L’arboricoltore Piero Mori

Come un giardiniere-sospeso in aria, Piero Mori fa l’arboricoltore

All’interno dei parchi, lungo i viali o nei giardini, con l’abilità di uno scalatore si arrampica sugli alberi, valutando gli interventi necessari per evitare che diventino un pericolo: è il mestiere dell’arboricoltore Piero Mori, intervistato dalla classe V C della scuola elementare “Sacro Cuore” di Trento.

Pietro, in cosa consiste il tuo mestiere?

Il mestiere dell’arboricoltore principalmente consiste nella cura degli alberi all’interno dei parchi, dei giardini e anche dei boschi.

Da quanto tempo fai questo lavoro?

Dal 2001, quindi da 18 anni.

Curi anche gli alberi malati?

Sì, ma più che malati in genere si tratta di alberi molto vecchi, con le radici in cattive condizioni o con i rami che si stanno seccando. Badate bene però che il mio mestiere è legato soprattutto agli alberi che stanno nelle città, nei parchi, lungo i viali o nei giardini. Nel bosco ci sono talmente tanti alberi che non si possono curare singolarmente, mentre quelli nelle città sono pochi e molto importanti, quindi è fondamentale tenerseli stretti e curarli, potandoli nel modo corretto.

Ti capita di dover anche piantare gli alberi?

Oltre alla cura dell’albero l’arboricoltore si occupa anche della sua piantagione, scegliendo in base al contesto la specie giusta da piantare al posto giusto. Si tratta però di un aspetto che faccio meno rispetto alla potatura o, quando è necessario, l’abbattimento. Se un albero rischia di spezzarsi o di crollare infatti a volte bisogna decidere di abbatterlo e sostituirlo, per evitare che diventi un pericolo per le persone che ci passano vicino.

Piero Mori ai Mestieri della Montagna: è l’intervista numero 101

Che strumenti usi per fare il tuo lavoro?

Ce ne sono tanti: gli strumenti principali con cui potare gli alberi sono la sega a mano e la motosega, piccola e a batteria perché non serve fare dei tagli impegnativi. Poi il casco, da mettere sempre, gli scarponi, che permettono di muoversi agevolmente su tutti i terreni, ed infine le corde, i moschettoni e l’imbragatura che aiutano ad arrampicarsi sugli alberi.

Quando è nata la tua passione per gli alberi?

La passione mi è venuta imparando questo mestiere, prima avevo semplicemente la passione per l’arrampicare. Io sono di origine lombarda quindi ho cercato un mestiere che mi permettesse di unire l’arrampicata al lavoro ma in pianura dove abitavo io l’unica cosa su cui arrampicarsi erano gli alberi. Inizialmente facevo il giardiniere, tagliavo l’erba e le siepi, poi però ho avuto l’opportunità di frequentare un corso per diventare arboricoltore: ho imparato a utilizzare le corde per salire sugli alberi, le leggi sulla sicurezza, le tecniche e le procedure corrette, così ho potuto iniziare a fare ciò che faccio ora.

Qual è il tuo albero preferito?

Se devo proprio scegliere una specie direi il platano.

E l’albero più alto che hai scalato?

Si tratta di un frassino alto 36 metri, che vive nel parco di una villa storica in provincia di Cremona. Nel nord Italia è un’altezza ragguardevole ma rispetto ad alberi di altre parti del Mondo è un alberello: in California per esempio ce ne sono che arrivano sopra i 60-70 metri.

La classe V C della scuola elementare “Sacro Cuore” di Trento ai Mestieri della Montagna

Il tuo lavoro può essere anche pericoloso?

Sì, ci sono dei pericoli, dato che utilizziamo strumenti taglienti e stiamo in alto sugli alberi appesi alle corde, però ci sono delle procedure che stiamo bene attenti ad applicare per ridurre al minimo ogni tipo di rischio.

Lavori da solo o con qualcuno?

Per regolamento siamo sempre come minimo in due, in modo che ci sia sempre qualcuno per terra pronto a dare una mano e intervenire in caso di necessità o emergenza.

Il tuo lavoro ti ha mai portato all’estero?

Sì, una decina di anni fa ho avuto l’occasione di partecipare ad un progetto di restauro di castagneti da frutto in Corsica. È stato un lavoro che ha coinvolto vari arboricoltori in possesso di certificazione europea perché si voleva riprendere l’attività di produzione di farina di castagne e quindi i castagni andavano potati bene.

Dopo il passaggio di Vaia in Trentino, lo scorso ottobre, hai avuto da lavorare per aiutare a sistemare gli alberi caduti o rimasti danneggiati?

Purtroppo sì, dopo la tempesta che c’è stata a fine ottobre abbiamo avuto molto lavoro da fare soprattutto nei boschi, dove rispetto ai parchi o ai giardini si sono schiantati davvero tanti alberi. In quel caso non ho dovuto salirci perché erano già per terra ma abbiamo avuto un gran daffare per toglierli dalle strade o dalle linee elettriche e per ripristinare la sicurezza. È un lavoro lungo e non sappiamo quando si finirà di raccoglierli tutti ma intanto abbiamo iniziato dalle cose più importanti.

Cosa si farà con gli alberi che sono caduti?

Verranno tutti riutilizzati: i più belli come legno nelle segherie e quelli meno sani saranno macinati per ricavare il cippato da usare per scaldarsi. Alcuni infine verranno lasciati lì perché nel bosco è importante anche lasciare il legno, che si decompone e permette all’ambiente naturale di continuare a vivere.

intervista a cura della classe V C della scuola elementare “Sacro Cuore” di Trento


La scheda:

Nome: Piero

Cognome: Mori

Professione: Arboricoltore

Segni particolari: Arboricoltore certificato da 16 anni; lavora con il metodo del tree climbing come libero professionista. Socio della sezione italiana dell’ISA, International Society of Arboriculture (www.isaitalia.org).

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