Un anno con Bressan, emerito e “globetrotter”

Con mons. Luigi Bressan rileggiamo il fitto diario annuale: dagli incarichi romani alle parrocchie più piccole del Trentino: “Questi incontri mi ricaricano”

In due settimane si è macinato quasi un migliaio di chilometri di strada, ha incontrato centinaia di persone, tra Messe, confessioni e battesimi. Se ormai si usa definisce “globetrotter” il parroco che gira in macchina decine di comunità, per mons. Luigi Bressan potrebbe starci il titolo di arcivescovo emerito “globetrotter” vista la disponibilità con cui “salta” da una parrocchia all’altra. Quest’anno gli è stato chiesto di dare una mano in val di Non e – come al solito in Avvento e in Quaresima – non si è tirato indietro anche alla soglia degli 80 anni che compirà il prossimo 9 febbraio, fedele al generoso dinamismo che ha contraddistinto anche il suo episcopato.

Qual è stato il suo Te Deum, mons. Luigi? “Lo ho cantato con la comunità di Fondo, ringraziando il Signore per i doni di quest’anno. E anche per le vivaci comunità incontrate: consapevoli dei problemi, ma ben impegnate, senza cedere al pessimismo o all’ansia”. Proprio gli incontri con la gente – dagli ammalati agli anziani, ai chierichetti – hanno ricaricato l’Arcivescovo che in questi giorni ha staccato anche dai due incarichi nazionali che lo hanno visto durante l’anno impegnato in varie trasferte all’estero e per ben 26 volte a Roma. Come consulente ecclesiale di Unitalsi vede crescere la cura spirituale dei pellegrinaggi (“stiamo puntando a far crescere la collaborazione dei vari enti dentro la Consiglio Nazionale Pellegrinaggi Italiani”, spiega), mentre il suo ruolo di assisente ecclesiale della FOCSIV (Federazione Organismi Cristiani di Volontariato) lo ha portato fra l’altro ad animare esperienze in varie città italiane (come la “Tavolata senza muri”) ed europee ed ora a realizzare una Guida per le comunità: “Si tratta di varie buone pratiche negli stili di vita che vengono suggerite proprio dai nostri volontari che nel mondo le hanno conosciute o sperimentate”, spiega Bressan, cogliendo l’onda lunga della Laudato Sì e l’insegnamento di questo Papa “davvero sorprendente, molto umano e capace di proposte nuove”, come si è visto nel Documento di Abu Dhabi che – precisa mons. Luigi “si presenta molto innovativo anche per il mondo islamico”.

Ha partecipato con la sua esperienza all’incontro interreligioso di Lindau nella Conferenza delle Religioni Mondiali per la pace e sarà per la CEI nei prossimi mesi la Cei nell’incontro sul Mediterraneo e in un dialogo fra vescovi europei e africani. Ha rappresentato la nostra Chiesa in varie occasioni – come recentemente l’accoglienza della “Luce di Betlemme” a Linz in Austria – e continua a occuparsi di Migrazioni per la Conferenza Episcopale Triveneta dopo aver guidato per 5 anni l’ambito della comunicazione sociale.

Favorito dalla buona salute, mons. Bressan dedica poi il suo tempo allo studio e alla preghiera, alle visite ai confratelli anziani, e – per quanto possibile in giornate spesso fitte di appuntamenti – alla passione della ricerca storica in vari ambiti, che lo scorso anno ha portato la casa editrice Athesia a pubblicare la sua ricerca sull’antinazismo di mons. Endrici: “E’ un tema che si sta rivelando purtroppo di grande attualità per la diffusione di qualche movimento filonazista”.

L’impressione è che ci sia ancora qualche progetto nel cassetto ma il vero “Te Deum” per mons. Bressan è quello serale più che annuale (“il calendario è qualcosa di relativo ad ogni latitudine”, osserva, mostrandoci il ben diverso conto degli anni nel mondo asiatico); quello che lo porta a mettersi a disposizione della comunità lasciandosi anche prendere dalle sorprese con la stessa generosità del giovane che pensava di fare il giovane parroco,k finché un giorno fu inviato a Roma per gli studi che l’avrebbero portato a fare il pastore missionario fino all’Estremo Oriente.

Insieme alla comunità trentina, buon anno vescovo Luigi

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