Marcialonga? No, Marcialenta!

Un suggestivo passaggio della Marcialonga

Marcialonga Baby, Story, Stars, Mini, Young e ovviamente quella lunga 70 chilometri. Queste le molte facce della gran fondo che ogni anno interessa le valli di Fassa e Fiemme. Un evento che coinvolge più di settemila concorrenti (in gran parte provenienti dal grande Nord), organizzatori, maestranze, albergatori e uno stuolo di volontari.

Nonostante sia passato quasi mezzo secolo dalla prima edizione (anno 1971) la galoppata con gli sci ai piedi lungo il corso del torrente Avisio non ha perso il suo richiamo. Anche se i cambiamenti climatici remano contro l’organizzazione si è attrezzata per innevare completamente il tracciato. Un lavoro che inizia, quando possibile, in autunno e finisce la vigilia della manifestazione.

Il costo dell’innevamento programmato, che prevede la produzione, lo spostamento e la preparazione di 70 mila – 80 mila metri cubi di neve, si aggira sui 200 mila euro tuttavia è stato stimato che il giro d’affari complessivo della manifestazione ammonti a circa 8 milioni spesi da partecipanti, accompagnatori e spettatori.
Quando le condizioni diventano insostenibili il tracciato viene accorciato come nel 2007, nel 2015 e nel 2017. Prima che la tecnologia dei cannoni si affermasse, invece, la Marcialonga, era stata cancellata per tre volte (nel 1975, nel 1989 e nel 1990).

Un concorrente plana in un tratto veloce e spettacolare di pista a Moena

Quest’anno la nevicata d’autunno ha creato una cornice invernale ma la tecnologia rimane necessaria. L’edizione numero 47 passerà agli annali per il tratto finale della gara innevato con neve prodotta con gli scarti della tempesta Vaia. Protagonista la giovane azienda Neve XN insediata al polo della Meccatronica di Rovereto. Con il calore dei vapori rilasciati dall’impianto di biomassa di Cavalese cuore del teleriscaldamento, sono stati prodotti 300 metri cubi di neve a “chilometro zero” per coprire un tratto di pista lunga 300 metri, largo cinque e con uno spessore di 20 centimetri.

Un tocco “green” per farsi perdonare il consumo di carburante fossile necessario a muovere camion, scavatori e gatti delle nevi.

Nonostante il grande sforzo dell’uomo il meteo ha voluto mettere la sua firma. La pista, perfettamente levigata e tracciata, è stata ricoperta infatti da una spolverata di neve notturna a cui ha fatto seguito un rialzo termico. I primi concorrenti sono stati meno penalizzati ma il popolo della Marcialonga ha arrancato per buona parte della pista.

“È stata durissima”, afferma Emanuele Sommavilla, cuoco di Moena ma appassionato di sci nordico. “Questa è la sesta edizione a cui partecipo, ma non ricordo di aver fatto così tanta fatica. Abbiamo sofferto sopratutto per la mancanza di binari capaci di guidare gli sci. Davvero un’impresa ardua”. Nonostante le difficoltà incontrate Emanuele Sommavilla ha chiuso la gara a Cavalese in 6 ore, un buon tempo per chi è responsabile della cucina di un grande albergo.

L’arrivo dell’ultimo concorrente, Vigilio Zanetti, sul traguardo di Cavalese

Dieci ore sono state, invece, necessarie a Virgilio Zanetti, veronese, classe 1946, per arrivare al traguardo. Sulle spalle ha 41 edizioni (compresa quella del 2020) e non sembra intenzionato ad appendere al chiodo gli sci. Certo, non ha più il fisico di 43 anni fa (torniamo alla sesta edizione del 1977) quando si era piazzato alla 262esima posizione, ma ha ancora delle cartucce da sparare.

Ad accoglierlo sul traguardo i tradizionali fuochi d’artificio, con il presidente della Marcialonga, Angelo Corradini, che gli ha consegnato la corona d’alloro assieme alla Soreghina Michela Croce. Se i concorrenti possono rinfrancarsi e tornare alle loro case la macchina organizzativa della Marcialonga non fa soste. È tempo di sbaraccare il tracciato e organizzarsi per il prossimo appuntamento ormai segnato sul calendario: domenica 31 gennaio 2021.

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