Un secolo fa la conquista dello Spigolo del Velo

Lo Spigolo del Velo illuminato per il centenario (foto Marcello Soffiati)

Cent’anni fa, il 19 luglio 1920, Günther Langes ed Erwin Merlet conquistavano per la prima volta lo Spigolo del Velo sulla Cima della Madonna. Una delle più belle vie di tutte le Dolomiti veniva “aperta” dal giovane nato a Primiero assieme all’austriaco compagno di cordata.

L’anniversario secolare riporta alla memoria un’impresa che è storia dell’alpinismo, una scalata conosciuta da tutto il mondo dell’arrampicata e che ogni anno richiama in valle sportivi da ogni dove, che indossate scarpette e imbrago seguono la via tracciata dal primo che la salì.

I Langes avevano origini altoatesine. Suo padre Josef si trasferì in Primiero per fare il veterinario, sua madre, di origine mitteleuropea, portò a San Martino di Castrozza la sua grande passione di albergatrice dando in qualche modo il via al turismo della località costruendo alcune strutture.

Günther, il nostro scalatore, nasce e cresce proprio qui assieme ai fratelli, studiando in seguito a Monaco di Baviera. Per capire la portata dell’impresa è giusto contestualizzare il momento storico: la Prima guerra mondiale è finita da poco (Langes ha combattuto volontario con i Kaiserjäger austriaci), gli alberghi di famiglia sono andati bruciati e il giovane scalatore è costretto a vivere proprio in quei ruderi.

Quando però sta con i piedi sollevati da terra, Günther dimentica morte e terrore. L’arrampicata è sudore, fatica, passione. Basta alzare lo sguardo e tocchi il cielo con un dito. Così si imbatte nella Cima della Madonna, già tentata da altre persone in passato e mai conquistata. Con l’amico Merlet decidono di provarci. Corda legata in vita, scarpe a suola morbida e due chiodi di sicurezza è tutto quello che serve. Il primo tentativo fallisce a causa della pioggia, la seconda volta è quella buona. Spostandosi un po’ a destra con un tiro verticale i due compagni trovano una fessura a diedro, in un punto dove c’è un passaggio impegnativo. La continuazione del pilastro sembra impossibile, ma Langes riesce a risolvere anche quel tiro e completa l’impresa.

Il nome completo che sceglie di dare alla via sarà poi “Via lungo lo spigolo del Velo”, individuando su questa linea verticale il velo, dalla testa ai piedi, di una figura di Madonna rivolta verso ovest con le mani al petto. Lo Spigolo integrale verrà aperto successivamente da Carlo e Michele Zagonel, alpinisti primierotti, completando il tiro del primo pilastro.

Il motivo per il quale questa scalata è così apprezzata e famosa viene presto spiegato da Luciano Gadenz, una delle esperte guide alpine di San Martino e Primiero, le “Aquile”. “Il fascino dello Spigolo del Velo sta tutto nella bellezza della roccia, nella verticalità, nella netta esposizione e nella linearità della via – spiega Gadenz -. L’impresa di Langes assume così tanta importanza per il fatto di essere stata realizzata nel 1920, in un periodo storico complesso e con attrezzature antiche, una via che a quei tempi era considerata molto difficile. Lo Spigolo è diventata una delle più belle vie delle Dolomiti, come confermato da tutti coloro che la scalano”.

A causa della situazione epidemiologica non sono stati organizzati particolari eventi celebrativi per il centenario, ma lo Spigolo del Velo rimane sempre attuale. Nei giorni scorsi il famoso alpinista Reinhold Messner è giunto ai piedi della via per girare un docufilm con il figlio Simon: nei panni di Langes ha risalito lo Spigolo, portando onore ad una delle più belle scalate delle Dolomiti.

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