‘Ndrangheta nel mondo del porfido Trentino, 19 le misure cautelari

Non ha precedenti il ciclone giudiziario che ha investito il Distretto del porfido trentino, frutto dell’inchiesta della Guardia di Finanza che ha evidenziato il preoccupante fenomeno dell’infiltrazione della ‘Ndrangheta in Val di Cembra.

19 le misure cautelari emesse, all’alba di giovedì 15 ottobre, dal Tribunale di Trento, mentre a Reggio Calabria altre 5 persone sono state fermate con l’accusa di associazione mafiosa. Un’operazione importante, che ha coinvolto i Carabinieri del Ros di Trento e Reggio Calabria, la Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, la Procura della Repubblica di Trento, la Polizia di Stato e la Guardia di Finanza.

Pesantissime le accuse, a partire da quella di associazione a delinquere di stampo mafioso, ma anche porto e detenzione illegale di armi, riduzione in schiavitù, voto di scambio, violenza, intrusione informativa e diversi falsi. L’indagine, denominata “Perfido”, è partita più di due anni fa, con l’obiettivo di fare luce su alcuni reati di tipo ambientale, ma ben presto ha scoperchiato una serie di ramificazioni economiche che, nel tempo, hanno portato la malavita organizzata ad infiltrarsi nell’economia locale, fino a controllare anche alcune aziende operanti nel Distretto del porfido ed estendere i propri interessi ad altri settori come il trasporto merci, il noleggio di macchine e attrezzature edili e l’allevamento di bestiame.

Risalirebbero addirittura agli anni ‘80 i primi insediamenti malavitosi in Trentino, sospettano gli inquirenti, che hanno ricostruito gli stretti legami tra quella che a tutti gli effetti può essere definita una cellula di ‘Ndrangheta, di casa a Lona Lases, in Val di Cembra, con le cosche reggine Serraino, Iamonte e Paviglianiti.

Una cupola molto ben strutturata, al cui vertice, sempre secondo le indagini, ci sarebbe Innocenzio Macheda, calabrese arrivato in Trentino all’inizio degli anni ’80, coadiuvato da Domenico Ambrogio, i fratelli Pietro e Giuseppe Battaglia, dal 2005 al 2010 assessore comunale di Lona-Lases proprio con competenza sulle cave, Domenico Morello e Demetrio Costantino, tutti imprenditori nel porfido e nell’edilizia. Oltre agli affari di tipo economico, nella lente d’ingrandimento sono finiti anche una serie di legami con il mondo della politica: oltre ad infiltrare direttamente propri uomini con l’inserimento di sodali negli organi di governo comunale di Lona Lases, la malavita organizzata infatti non mancava di offrire il proprio sostegno elettorale ad alcuni candidati in vari appuntamenti elettorali.

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