Salvatore Lagati, un ascolto lungo 40 anni

Il dottor Salvatore Legati tra genitori, bambini, operatori. Foto Cooperativa Villa Sant’Ignazio

Sono tanti gli anni, oltre quaranta, e il dottor Lagati è giustamente orgoglioso del cammino fatto insieme ai suoi bambini con gravi problemi di disabilità e ai loro genitori, lui che era arrivato a Trento dalla sua Messina, nel 1959, e doveva starci provvisoriamente solo per un po’.

Educatore e pedagogista, Salvatore Lagati ha maturato all’inizio degli anni Sessanta quella che chiama la sua “vocazione ad accompagnare i bambini sordi”. Laureato a Padova, tutto era iniziato all’Istituto per sordi in via San Bernardino a Trento dove venivano accolti, in quegli anni, fino a 70 bambini con questa e altre disabilità. In seguito all’entrata in vigore della legge che chiudeva questo tipo di istituti – nel 1972-73 – si poneva impellente il problema. “Come facevano i genitori a sapere cosa fare per il loro bambini sordi?”. A quel punto per il giovane e intraprendente Lagati si tratta solo di rimboccarsi le maniche e darsi da fare. Inizia un impegno che non mollerà più, che continua tuttora con lena ed entusiasmo alla bella età di quasi 85 anni. Installa da subito una specie di “telefono amico” – dalle 19 alle 20 di ogni sera si rende disponibile a rispondere alle domande dei genitori. “Quante domande, quante necessità, quante sofferenze, quante speranze! – osserva. A casa e a scuola per questi bambini si apriva un mondo pieno di incognite.

“I genitori sono i primi educatori, ma occorre saper fare!”. E allora per il dottor Lagati è ora di riprendere a studiare per specializzarsi ancora di più per il bene di questi bambini e delle loro famiglie. Grazie alla sua tenacia e al profitto dimostrato, vince una borsa di studio che gli consente una permanenza di sei mesi negli Stati Uniti. Tutto gratuitamente. Ha la possibilità di girare per le maggiori città americane, Washington, Los Angeles, Chicago, dove soggiorna presso i centri più all’avanguardia nella cura e nel trattamento di questa particolare patologia. Lagati si impegna a fondo per imparare e apprendere, per poi mettere a frutto qualcosa di innovativo e valido per i “suoi” bambini e per le “sue” famiglie. Sì, perché il dottor Lagati non è un pedagogista asettico, ci mette tutto se stesso, la sua passione per lo studio e soprattutto il suo amore per gli altri, questi bambini e questi genitori che diventano da allora per lui la sua grande famiglia allargata. E quanti bambini e quante famiglie ha conosciuto, curato, protetto, amato! Non solo in Trentino ma ad un certo momento in tutta Italia. Ancora oggi qualche famiglia gli scrive esprimendo tutto il grazie e la riconoscenza per quanto ha fatto.

“Ho capito – osserva – che allora bisognava fare qualcosa di concreto”. Comincia così il primo corso per corrispondenza per famiglie. Lagati traduce testi dall’inglese, li adatta alla situazione con un linguaggio “scientifico” e al contempo semplice in modo che i suoi piccoli allievi e i loro genitori possano trarne il massimo vantaggio. “Il mio compito era quello di far sì che i genitori imparassero a fare i genitori specializzati per le loro creature!”. A quel punto i bisogni si allargano, non ci sono solo i bambini sordi, ma anche i bambini ciechi e i bambini sordo- ciechi. E allora, avanti, con un’altra borsa di studio e si ricomincia proseguendo al contempo quello che già si sta facendo.

Nasce quella bella iniziativa delle “Settimane estive” dove i genitori possono ritrovarsi, fare amicizie, riconoscere i propri problemi nei problemi degli altri, mettersi di fronte a un confronto fattivo e collaborativo, non cedere alla disperazione, ma reagire e cercare di ripartire per il bene delle loro creature. “Quando si tratta di una doppia minorazione – osserva il dottor Lagati – non è solo un doppio lavoro per i genitori, è molto di più, è molto più gravoso. Questi bambini impegnano tantissimo”. E allora occorre coinvolgere tutti, fratelli e sorelle, nonni, gli scout, altri volontari, chiunque si può coinvolgere ed è disposto a dare del tempo e parte di sé in questa “impresa”.

“È davvero commovente, a pensarci adesso, si è trattato di esperienze eccezionali perché all’inizio non sapevamo dove andare. E poi è saltata fuori Villa Sant’Ignazio, Giuseppina, padre Livio, padre Gigi…”. I corsi di specializzazione per genitori di bambini con problemi di udito, di vista e di linguaggio si moltiplicano e questo “amoroso cocciuto” che è Salvatore Lagati riesce nel miracolo di far incontrare le persone, strapparle all’isolamento e alla solitudine, dare loro concrete speranze, sapendo unire sempre grande professionalità e un’umanità intensa.

Notizie” è il trimestrale di collegamento  dei genitori iscritti ai corsi per corrispondenza, è un notiziario semplice e fatto bene, istruttivo a leggersi perché contiene chicche autentiche di umanità e perseveranza, riscatto e poesia. Elenca i corsi, riporta esperienze, momenti di disperazione e di risalita da parte di tanti genitori, mette in collegamento realtà diverse che vuol dire creare occasioni per nuove amicizie, allargare le conoscenze, far fronte alle tante necessità. Riporta le belle esperienze delle bambine e dei bambini che sono cresciuti e hanno trovato un lavoro conducendo una vita sana e “normale”.

Tutto è partito e si è irradiato dal “Centro di Consulenza pedagogica” di via Druso a Trento, da quel cuore grande del dottor Lagati che a 85 anni – quando si tratta dei suoi bambini e delle loro famiglie – riscopre l’entusiasmo delle sue prime uscite professionali, un entusiasmo immutato, testardo, contagioso, il sorriso aperto e bello di chi ha fatto cose impensabili con umiltà e amore. “Cosa fare altrimenti della vita!”.

Salvatore Lagati ha raccolto in un volume le storie di questi decenni. Tante vite che erano quasi perdute e sono come rinate, tante storie individuali e familiari in “quel fatidico passaggio dalla disperazione desolata al barlume di speranza, alla serena consapevolezza”.

Grazie, dottor Lagati.

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