Sono complessivamente 500 le persone aiutate in questi mesi di pandemia dalla Diocesi di Trento, attraverso il fondo solidale straordinario “InFondo speranza”, avviato ai primi di luglio per sostenere singoli e nuclei familiari alle prese con le conseguenze socio-economiche dell’emergenza sanitaria. Il dato viene comunicato alla viglia della IV Giornata Mondiale dei Poveri, che anche nella nostra Diocesi, prevede alcune iniziative semplici ma di portata simbolica.
Nel corso di questi primi quattro mesi sono state esaminate 167 domande (133 a “InFondo Speranza” e 34 al Fondo di Solidarietà): 53 riguardano persone singole, 114 sono domande di nuclei famigliari composti in totale da 439 persone. Il 53% di coloro che hanno presentato domanda hanno cittadinanza italiana.
Le zone da cui proviene il maggior numero di domande (Trento, Vallagarina, Riva- Arco e la Valsugana) rappresentano anche i territori dove vengono segnalate situazioni con maggiori difficoltà legate al Covid, nonostante i fondi straordinari attivati in molti casi da Comunità di valle o Comuni. Alcune zone turistiche risentono della crisi soprattutto nei servizi collegati agli alberghi e alla ristorazione.
Le richieste hanno riguardato principalmente la necessità di affrontare spese per l’affitto e le utenze domestiche. Ed in alcune occasioni per sostenere situazioni legate ai bisogni educativi dei minori (acquisto di libri, rette scolastiche e/o mensa).
Si è notato che le persone che presentano la richiesta al Fondo rientrano nella fascia della cosiddetta “povertà grigia”: situazioni cioè che nel periodo pre-Covid si trovavano in una condizione economica al “limite” e che a causa della pandemia non riescono più a far fronte alle esigenze essenziali a causa della perdita o di una riduzione del lavoro, di spese impreviste, malattie.
Lascia una recensione