Covid, dati trasparenti e servizi territoriali. Petizione alla Provincia

“Facciamo appello alla Provincia di Trento perché superi ogni ritrosia e nell’interesse di tutti i cittadini e le cittadine renda note tutte le informazioni a sua disposizione sul monitoraggio dei soggetti positivi”. A chiederlo, tramite una petizione lanciata sul portale change.org che in poche ore ha raccolto diverse centinaia di firme, il comitato Sos Covid Trentino. La richiesta di una maggiore trasparenza dei dati e di un potenziamento dell’assistenza territoriale porta le firme dei rappresentati di numerose realtà locali, dal Cnca all’Ordine dei Medici, dalle ACLI all’Anpi, da Confindustria ai sindacati Cgil, Cisl e Uil.

“Ogni informazione disponibile sull’evoluzione locale della pandemia è preziosa per la comunità scientifica che solo sulla base di dati aperti, trasparenti e univoci può supportare lo sforzo straordinario delle autorità sanitarie nel contenere il contagio, contribuendo per esempio ad analizzare nel modo più corretto possibile l’andamento epidemiologico e l’efficacia delle misure di contrasto messe in atto fino a questo momento”, si legge nel testo della petizione. “Questi dati servono anche all’opinione pubblica che ha il diritto di conoscere qual è la reale situazione del contagio sul nostro territorio per rendersi davvero conto della gravità del momento e dunque comprendere il senso pieno dei sacrifici che ciascuno di noi è chiamato a fare nell’obiettivo di arrestare la diffusione del virus SARS-CoV-2”.

Tra l’altro – continua la petizione – le informazioni sulla progressione dei ricoveri in ospedale e sugli accessi ai reparti di cure intensive così come il dato sulla mortalità, dimostrano purtroppo che la situazione in Trentino non è ancora in miglioramento. “Su questo fronte – si legge ancora – crediamo vada ulteriormente potenziata la Centrale Covid per la presa in carico dei positivi e vadano ampliati i servizi territoriali, anche con l’accoglienza in strutture non ospedaliere, per rafforzare la rete di assistenza ai malati, a partire dalle persone anziane che troppo spesso restano sole e prive di conforto anche nei frangenti più drammatici”.

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