Orso M57, gli animalisti ricorrono al Consiglio di Stato

Un momento della cattura dell’orso M57

“Abbiamo appena depositato al Consiglio di Stato il ricorso per ottenere l’annullamento della sentenza del Tar di Trento, previa la sospensiva negli effetti, dello scorso 16 aprile con cui ha respinto la nostra richiesta di libertà per l’orso M57″, annunciano l’Ente nazionale protezione animali (Enpa) e l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), che si oppongono al destino che la Provincia Autonoma di Trento ha riservato per il giovane orso M57, autore dell’aggressione ad un carabiniere nella notte del 22 agosto scorso.

“Il giovane orso è stato incarcerato con una procedura del tutto anomala e con un’istruttoria insufficiente: catturato su un ordine impartito oralmente dal presidente Maurizio Fugatti, senza una vera approfondita indagine sullo svolgimento dei fatti, ovvero sull’incontro con il carabiniere avvenuto in piena notte in una zona boscosa, e quindi nell’habitat dell’animale, con modalità poco chiare. Inoltre, anche nelle settimane seguenti la Provincia Autonoma di Trento non ha dato formale notizia all’Ispra, come vuole la legge, e questo nonostante le numerose e ben note forme di tutela di cui l’orso gode a livello internazionale, europeo e nazionale”, spiegano gli animalisti, considerando come quella di M57 sia stata una forma naturale di reazione dovuta alla paura: “L’orso, infatti, è stato preso alla sprovvista dall’incontro con il giovane carabiniere in piena notte nel suo habitat e costretto a un falso attacco. Un comportamento che, a norma del Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso bruno nelle Alpi centro-orientali (Pacobace), non prevede mai il carcere a vita”.

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