Parla l’autore Giorgio Romagnoni “Così, on line, ho dato vita alla graphic novel”

Giorgio Romagnoni impegnato nella realizzazione del fumetto

Quando studiavo giurisprudenza a Trento avevo appeso in camera una vecchia locandina della Fuci: c’erano Sophie Scholl, suo fratello Hans e altri amici della Rosa Bianca. Sophie aveva uno sguardo splendido: profondo e determinato allo stesso tempo. Sopra la fotografia campeggiava una scritta: “Noi non taceremo. Noi siamo la vostra cattiva coscienza, la Rosa Bianca non vi darà pace”. Era un motto per la mia inquietudine di ventenne – non avevo intenzione di separarmene.

E così quando Paolo Ghezzi mi ha proposto di scrivere un fumetto su Sophie Scholl, ho subito pensato che dovevo rispondere ad una sfida del genere. Ma in che modo? A me piace la Storia e penso che i percorsi di memoria siano necessari per la crescita individuale delle persone perché per me è stato così. La memoria è necessaria anche per coltivare una società consapevole: una democrazia ha bisogno di anticorpi, fatti di presa di coscienza e di responsabilità. Deve ricordare! Ma quanto sono noioso quando mi esprimo così? Sarei stato in grado di trasmettere il messaggio di libertà di Sophie con la mia pedanteria? C’era poi un altro rischio ancora più grave: se anche mi fosse uscito un fumetto storico meraviglioso, a che sarebbe servito?

NON SERVONO I MONUMENTI

Un monumento non serve a nulla nella nostra vita quotidiana. Mi terrorizza pensare a tutte le volte che mettiamo delle persone sul piedistallo dell’eroe o dell’eroina trovandoci così distanti da loro da renderli irraggiungibili. Se un mio fumetto su Sophie Scholl avesse contribuito a farne una statuina votiva dimenticando quanto avesse riso, sofferto e tentato come tutti noi, come Gandhi o San Francesco, allora tanto valeva lasciar perdere.

Quando ho chiesto a Maddalena Pizzati e a Chiara Malesani di aiutarmi avevo in mente che Sophie aveva la loro età, molti sogni in comune con loro e un messaggio più attuale che mai, anche per chi ha vent’anni oggi. Era vero? Dovevamo provare a verificarlo insieme. Da ottobre 2020 abbiamo iniziato a leggere insieme le lettere di Sophie. Una volta a settimana, ci trovavamo on-line: Chiara da Bologna, Maddalena da Mira nel Veneziano, io da Padova.

Così ascoltavo quello che era loro piaciuto, cosa le aveva colpite dei pensieri di Sophie e provavamo insieme ad immaginarci un’ambientazione dei loro incontri con un’amica sempre meno improbabile. Sophie diventava dannatamente viva: trascinava Chiara e Maddalena in discussioni profonde; era rompiballe e pesante fino a provocare un’allegra voglia di litigare. E poi, in questi mesi di pandemia, ci faceva viaggiare insegnandoci a gustare la natura più di quanto non fossimo capaci prima di conoscerla.

FARE LA STORIA A VENT’ANNI

Maddalena ammette che quando le ho proposto di collaborare si è un po’ spaventata: “Insomma, mi sarei dovuta confrontare con lei: una ragazza che ha fatto la storia a soli vent’anni. Mi sono domandata se avesse fatto davvero la scelta giusta proponendolo a me, ma mi dissi sì! Leggendo le lettere, conoscendola attraverso i suoi pensieri e le sue parole, ho potuto vedere la Sophie ragazza, la Sophie sorella e amica, la Sophie raggiungibile. Sin dalle prime pagine mi sono accorta di quanto potessero essere attuali. Ho potuto parlare con lei, a volte anche baruffarci un po’, scontrarmi con i suoi modi duri e risoluti. Ho imparato tanto, Sophie mi ha fatto riflettere tanto. Speriamo che il fumetto renda possibile questa mia esperienza anche ad altre persone”. Ora io non so se il fumetto sia riuscito nel suo intento, ma il risultato che inseguiva è stato raggiunto nell’atto di sperimentarsi e apre nuovi scenari.

Maddalena Pizzati, Chiara Malesani e Giorgio Romagnoni al lavoro da remoto alla graphic novel

L’UMANITÀ VIVA DI SOPHIE

Il 25 aprile diciamo “viva la Resistenza” o perché il 9 maggio diciamo “viva l’Europa unita”. “Viva” è la visione di umanità di Sophie: opposta a Hitler, opposta al nazifascismo, opposta a chi oggi nega i diritti umani. Guardo Sophie, guardo Maddalena e Chiara e sento un soffio di voglia di vivere, il gusto di stare al mondo, il sapore di chi tenta di essere sale della terra. C’è una cattiva coscienza che non ci dà pace e ci rende profondamente liberi. In fondo solo di questo abbiamo bisogno: “uno spirito forte ed un cuore tenero”.

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