“Il vero tifoso c’è sempre”, il futuro della Trentino Volley visto dalla curva

Il muro della Trentino Volley durante la finale dell’ultima Champions League, persa contro i polacchi del Kedzierzyn-Kozle -foto Trabalza

A palazzetto chiuso, e a stagione ormai finita, non poteva che scatenarsi sui social il dibattito sul futuro della Trentino Volley. Le notizie giunte nei giorni scorsi dal fronte societario, con le dimissioni del presidente Diego Mosna, poi respinte dal Cda, ma soprattutto gli sviluppi del mercato, con le cessioni eccellenti di Giannelli, Nimir e Rossini, non sono passate inosservate, e hanno profondamente diviso appassionati e tifosi, fino a qualche anno fa uniti nelle celebrazioni dei tanti successi della squadra trentina.

A preoccupare non sono tanto gli addii, per quanto la cessione di un giocatore simbolo come Simone Giannelli sia un forte campanello d’allarme, ma le loro motivazioni: con grande trasparenza, il presidente Mosna e il general manager Bruno Da Re hanno parlato di circa 700 mila euro mancanti dalle casse societarie, frutto di una stagione senza successi ma soprattutto dell’assenza del pubblico dalla BLM Group Arena per gran parte della stagione, e la conseguente perdita degli introiti del botteghino.

“Il bilancio del nuovo anno non sarà lo stesso dell’anno scorso”, ha messo le mani avanti Mosna, mentre Da Re, ospite di “Trentino in diretta”, su RTTR, annunciando qualche altra cessione, tranquillizza: “Ci sarà ancora la possibilità di avere una Trentino Volley ad altissimo livello; non siamo in una situazione fallimentare. Abbiamo solo deciso di ridurre l’impegno economico, mantenendo comunque una squadra che farà divertire il pubblico e rimarrà, con i denti e con le unghie, aggrappata ai primi posti della classifica”.

La Curva Gislimberti, durante una delle prime partite stagionali, tra distanziamento e mascherine

Una speranza condivisa anche dalla Curva Gislimberti, che con la solita sportività, ha salutato la cessione di Giannelli con un messaggio di ringraziamenti, auguri e “arrivederci” da avversari. “La nostra posizione è in primo luogo quella della difesa della maglia”, ci dice Matteo Serio, da poco presidente della Curva Gislimberti, a cui abbiamo chiesto un commento su questa delicata fase. “I giocatori vengono e vanno ma la maglia rimane, e vogliamo che rimanga ancora a lungo. Se da una parte c’è un po’ di sconcerto per quello che è stato definito il “supermercato di Trentino Volley”, dall’altra sappiamo che succede per il bene della società e per la sua sopravvivenza: sarebbe facile mantenere alti gli standard ma si rischierebbe di fare il passo più lungo della gamba e poi magari fallire, come Roma, Cuneo o Forlì. Quindi meglio proseguire a testa bassa, ammettere gli errori, come ha fatto la società, e fare dei cambiamenti per garantirsi un futuro. Nello sport ci sono dei cicli, anche noi ne abbiamo vissuti diversi, vincenti e non. Ovviamente la speranza è che presto si possa tornare ai livelli che come tifosi ci aspettiamo”.

Non tutti però si approcciano a quello che nei 21 anni di storia della Trentino Volley è forse il periodo più particolare, con la stessa razionalità. Orfani degli spalti, le discussioni infuriano online con la tipica, e triste, deriva qualunquista che spesso ne consegue. Sono centinaia i commenti solo all’annuncio ufficiale della cessione di Giannelli, e sotto ai post, anche della Curva, c’è chi parla di smantellamento della squadra, chi si augura di non retrocedere e chi, preso dallo sconforto, minaccia di andare a vedere il basket o il calcio. “Sui social sono tutti tuttologi, e anche il nostro ambito non ne è scampato – commenta Serio -, purtroppo, dopo un briciolo di normalità ad inizio stagione, quando anche se in forma ridotta si riusciva ad accedere al palazzetto, i social sono stati l’unico luogo dove incitare la squadra e commentare partite e notizie. Ognuno di noi ha il suo pensiero e c’è rammarico per come si è conclusa la stagione, dato che gli obiettivi per i tifosi erano altri, ma chi parla di andare a seguire altri sport non è un tifoso. Il vero tifoso è quello che nel bene o nel male, nelle sconfitte o nelle vittorie, c’è sempre”.

Matteo Serio, presidente della Curva Gislimberti

Forti di questo, in Curva non si dà troppo peso alle voci sul possibile disimpegno del presidente Mosna, dato per vicino al Trento calcio: “Se ne parla da anni, ma siamo sicuri che, se dovesse accadere, non toglierebbe impegno alla pallavolo. Alla notizia delle sue dimissioni siamo rimasti un po’ spiazzati: ha ragionato da tifoso, prima che da imprenditore, sull’onda della sconfitta di Champions. È comprensibile che una persona della sua età, dopo 21 anni che mette anima e corpo, fegato e tutto quello che si può nella Trentino Volley, possa essere stanco, ma se si tirerà indietro lo farà solo quando sarà sicuro che ciò che ha costruito possa andare avanti come vorrebbe lui, o addirittura meglio”.

Guarda avanti anche Matteo Serio, pensando al mercato: “Nonostante le cessioni, le voci che circolano sul roster dell’anno prossimo ci fanno presagire una squadra divertente. Si parla di giovani di valore, che in una realtà come la nostra, con la guida esperta di Lorenzetti, forse potranno crescere più del previsto, e del possibile ritorno di un campione come Kazijski. Accostato con insistenza a Trento, giovane non lo è più, ma è sempre un signor giocatore e il suo nome evoca bellissimi ricordi”. I tifosi sperano di tornare al più presto ad applaudirlo al palazzetto, per dare quella spinta che l’anno prossimo sarà ancora più importante del solito. “L’auspicio è che i tifosi non manchino, che non abbandonino proprio ora, ma che continuino ad essere un sostegno per la Trentino Volley. È comodo festeggiare quando si vince, ma bisogna anche saper soffrire insieme alla squadra”, conclude Serio. Anche perché, tornare ad esultare, dopo, sarà ancora più bello.

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