Dove si parla il ladino, antica lingua delle Dolomiti

La chiesa di Sant’Antonio ad Alba di Canazei

Nel settore nord orientale del Trentino, all’ombra del Gran Vernel, si aprono i ripidi pendii prativi di Penia. Frazione di Canazei, a quota 1.560 metri, è l’ultimo paese che si incontra risalendo la Valle di Fassa; qui si parla il ladino, antica lingua che accomuna le popolazioni di questa porzione delle Dolomiti. Esposto a meridione, l’intero versante è ancora oggi tenuto a prato da foraggio e piccoli lembi di terra producono patate, rape, cipolle, segale. In alto, oltre i 1.600 metri, due piccoli grumi di case sono testimoni della vita rurale che questa terra conduceva prima dell’avvento del turismo di massa: Verra e Lorenz. Un tempo abitati stabilmente, custodiscono entrambi un luogo di culto, simbolo di una fede incrollabile, alla quale ci si affidava per superare le difficoltà, soprattutto quelle a cui non si sapeva dare risposta.

La passeggiata prende origine dal grande posteggio a servizio delle funivie, posto tra gli abitati di Alba e Penia (1.490 metri). In direzione di quest’ultimo, superato il Pent de la Sia, a destra prende avvio una stradina che affianca il Torrente Avisio e lo scavalca dopo poco. Con segnavia 605 si risale la valle e ad un piccolo ponte in legno si riattraversa l’Avisio e a destra lungo il marciapiede che costeggia la statale si raggiunge “la Sia”, vecchia segheria ancora funzionante e sede staccata del Museo Ladin de Fascia (1.530 metri).

Con indicazioni Lorenz – Troi di Ladins una stradina conduce nuovamente sulla statale, che si deve percorrere per un breve tratto fino al Pent de Giaveish. Altre indicazioni conducono all’interno del bosco. Questo sentiero è percorso anche da due importanti vie escursionistiche: la Via Alpina, che attraversa le Alpi dalla Slovenia alla Francia ed il Sentiero Italia che percorre la Penisola toccando tutte le regioni. Ritornati brevemente sulla statale, seguire le indicazioni del Troi di Ladins che dopo circa un chilometro porta ai prati alti. Al bivio asfaltato prendere a destra per Verra.

Una curiosa formazione di “bombe vulcaniche” attira l’attenzione. A Verra (1.680 metri) ci accoglie la cappella dedicata alla Mater Amabilis. Per sentiero si scende a Lorenz (1.636 metri) dove un’altra cappella accoglie il viandante. Il panorama è ampio e accompagna la discesa verso Penia. La parte antica del paese è dominata dalla chiesa a cui fanno cornice vecchie case in legno. Alla fontana della piazza si scende per Via di Treve in direzione Alba, raggiungendo la statale. Per marciapiede, in vista delle stazioni a valle delle funivie, prima del Pent de la Sia si va a destra lungo l’Avisio fino al Palaghiaccio. Si attraversa su un ponte di legno e si sale all’abitato di Alba, per poi tornare verso il punto di partenza, non senza una visita alla parrocchiale, a cui fanno da sfondo le dolomie del Sassolungo.

PUNTI DI INTERESSE

LA SIA
L’ultima segheria idraulica di tipo veneziano ancora esistente in Val di Fassa. Info: Dal 1° luglio al 10 settembre, dal lunedì al sabato 10 – 12 / 16 – 19. www.istladin.net/it/museo-sul-territorio
VERRA. MATER AMABILIS
Un documento datato 5 febbraio 1887 testimonia l’accordo stipulato tra le vicinie di Verra e di Insom per la costruzione di una piccola cappella da dedicare alla Madonna. I capifamiglia firmatari si impegnavano a fornire il materiale per la costruzione e la forza lavoro.
LORENZ. AUXILIUM CHRISTIANORUM
Sulla parete sinistra della navata è presente un’Annunciazione dipinta a tempera su intonaco. Motivi decorativi di gusto liberty eseguiti a tempera adornano l’intradosso dell’arco santo.
PENIA. SANTI ROCCO E SEBASTIANO
Edificata nel XVI secolo e successivamente ampliata; di gusto gotico, conserva tracce della decorazione a fresco cinquecentesca.
ALBA. SANT’ANTONIO ABATE
Edificata nel 1455 ed ampliata nel XVI secolo; navata unica, ripartita in quattro campate da esili semicolonne in sienite dei Monzoni, alle quali si raccordano le nervature della volta. Tracce di affreschi.

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