A Trento la Staffetta Cremisi della Pace. Il vescovo Tisi: “Con la guerra tutto si perde”

Foto Facebook Franco Ianeselli

È passata dal Doss Trento, poi Sant’Apollinare, Piazza Dante, la Fossa dei Martiri al Castello del Buonconsiglio e Piazza Duomo, fino cerimonia ufficiale ospitata alla Piazza della Portela, la Staffetta Cremisi per la Pace dell’Associazione Nazionale Bersaglieri, la cui presenza a Trento è stata celebrata dalla presenza delle Autorità civili e militari. Ad accogliere la manifestazione ideata nel Centenario del Milite Ignoto come omaggio alla figura del giovane soldato non identificato che cento anni fa venne traslata dalla Basilica di Aquileia all’Altare della Patria a Roma con un viaggio in treno onorato e salutato da milioni di persone, c’erano l’arcivescovo di Trento mons. Lauro Tisi, il sindaco di Trento Franco Ianeselli, l’assessore provinciale alla Cultura Mirko Bisesti, il presidente del C.O. Livio Guidolin. del presidente ANB gen. Ottavio Renzi e de. Presente la signora Francesca Stefenelli Prada, nipote della medaglia d’oro degli alpini una delle dodici conferite militari del capoluogo.

Alla cerimonia sul Doss Trento hanno partecipato – con i vertici dell’Associazione nazionale dei Bersaglieri e delle varie rappresentanze d’arma – anche il vice presidente austriaco della Croce Nera Austriaca nonché presidente della Croce nera del Tirolo Gen. Johannes Kainzbauer e Matteo Valentinotti, rappresentante della Croce Nera in Trentino.

Poi gli staffettisti sono scesi a Sant’Apollinare dove il testimone è stata raccolto dai Bersaglieri. Accompagnati dalle note della Fanfara dei Bersaglieri di Jesolo la delegazione di bersaglieri e delle altre Associazioni d’Arma, preceduta dalla staffetta con il simbolo creato dal’ artista trentino Mastro7, ha quindi raggiunto Piazza Dante. Qui è stata deposta una corona di allora dinnanzi allo storico monumento nel ricordo dei 700 anni della morte del Sommo Poeta.

Poi la sfilata per le vie del centro verso il Castello del Buonconsiglio dove sono stati resi gli onori a Cesare Battisti, Fabio Filzi e Damiano Chiesa. Quindi il passaggio verso piazza Duomo accompagnato dalle coinvolgenti melodie della fanfara dei bersaglieri di Jesolo. Vari i motivi suonati tra il piacevole stupore dei passanti, tra i quali anche turisti tedeschi, rimasti affascinati dalla sfilata in alcuni momenti a passo di corsa e in altri a passo cadenzato. L’ultima esibizione alla Piazza della Portela prima e dopo la cerimonia ufficiale e gli interventi delle Autorità.

“Proprio la realtà che ha dato vita al Milite ignoto ci ricorda come con la guerra tutto si perde e la Pietas che accompagna la custodia del Milite Ignoto ci ricorda che l’uomo è irriducibile sul fronte dell’incontro e dell’umano e l’umano non è altro che incontro. Ringrazio di questa iniziativa perché ci ricorda che il male può essere sconfitto solo dalla Pietas e dalle relazioni”, ha detto l’arcivescovo di Trento mons. Lauro Tisi, mentre il sindaco Franco Ianeselli ha richiamato il capolavoro di Monicelli La Grande Guerra in cui si dice “soltanto i morti potrebbero parlare della Guerra ma quelli non parlano”. Con questa bellissima staffetta – ha aggiunto – si dà voce a quel soldato senza nome, al Milite ignoto che simboleggia quella generazione perduta della fine dell’800 ma con l’obiettivo non di celebrare la guerra, tutt’altro, ma quello di lavorare per un’Europa unita e un’Europa della Pace”.

Nel pomeriggio la due giorni in Trentino della Staffetta Cremisi della Pace si è chiusa a Rovereto con la Cerimonia sul Colle di Miravalle, al termine della quale la Campana dei Caduti ha fatto sentire eccezionalmente i propri rintocchi con la presenza straordinaria anche della Tromba dell’Armistizio (cimelio storico custodito nel Museo Italiano della Guerra) il cui suono annunciò al quartier generale Italiano l’arrivo della delegazione austriaca in Vallagarina per aprire le trattative del cessate il fuoco che poi portarono qualche giorno dopo a definire i dettagli dell’Armistizio nella Villa Guerrieri Gonzaga a Borghetto di Avio, sempre in Trentino, poi ufficialmente firmato a Villa Giusti a Padova.

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