Violenze al carcere di Spini, la preoccupazione della polizia penitenziaria

Foto Gianni Zotta

I due nuovi episodi di violenza avvenuti venerdì scorso a danno di poliziotti e di un medico penitenziario presso il carcere di Spini di Gardolo, che hanno fatto salire a quattro le aggressioni subite dai lavoratori nelle ultime 2 settimane, non possono non destare preoccupazione.

Prima, il mancato trasferimento di un detenuto che doveva essere trasferito con un volo militare dall’aeroporto di Verona, che non è si è potuto portare a termine a causa dello stato di agitazione del detenuto, che una volta rientrato nella struttura si scagliava contro un vice ispettore colpendolo più volte con calci e pugni e causandogli ferite per cui l’agente è stato trasferito al pronto soccorso per essere curato. A un’ora di distanza la seconda aggressione, questa volta a scapito del medico penitenziario, il quale veniva improvvisamente colpito da un altro detenuto.

“La situazione generale, relativa alla Casa circondariale di Trento, è sempre più preoccupante e seria, e purtroppo al momento l’amministrazione penitenziaria non ha fatto nulla per garantire la sicurezza e l’incolumità psico-fisica di chi lavora all’interno della struttura penitenziaria”, accusa Gioacchino Ernandes, delegato Fp Cgil Pol. Pen.: “Negli ultimi tempi altri episodi potenzialmente pericolosi sono stati sventati solo grazie alla professionalità dei poliziotti penitenziari. Non possiamo più tacere episodi che si stanno ripetendo ormai con sempre maggiore frequenza e non intendiamo osservare inermi quanto ci sta accadendo intorno”.

“L’amministrazione penitenziaria – intervengono il segretario generale Fp Cgil Luigi Diaspro e il referente del settore, Giovanni Virruso – deve farsi carico con urgenza e provvedere alla tutela di chi opera ogni giorno a stretto contatto con questa realtà, divenuta nel tempo esplosiva. Appare chiaro come questi problemi siano dovuti da una parte al calo del numero degli agenti in seguito ai pensionamenti, dall’altra anche alla chiusura degli Opg (ospedali psichiatrici giudiziari) che richiederebbe di conseguenza la presenza nelle carceri di particolari competenze e specializzazioni per affrontare i casi più problematici”. Per questo, Fp Cgil si dice pronta a contribuire con l’amministrazione penitenziaria per individuare immediatamente nuove politiche gestionali e organizzative che tutelino i detenuti e gli agenti di polizia penitenziaria.

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