Un re che serve, non che domina

DOMENICA 21 NOVEMBRE 2021 – CRISTO RE DELL’UNIVERSO
Dan 7,13-14 – Ap 1,5-8 – Gv 18,33b-37

Cosa significa questa festa di Cristo Re per noi cristiani? Cosa vuol dire per me, per te: Cristo è il mio e il tuo re? Prima di tutto dobbiamo far risuonare dentro di noi le parole: «Il mio regno non è di questo mondo», «Il mio regno non è di quaggiù» (Gv 18,36).

In altre parole, Gesù vuol far capire che il suo regno non nasce dal potere politico, economico o religioso. Il suo regno «è vicino» (Mt 3,2), è già in mezzo a noi (Lc 17,21). Tuttavia la sua origine, le sue radici non sono in questo mondo, ma in Dio. Pilato intende il re come lo intendono tutti: potente, ricco e avvolto nella gloria. Ma niente di tutto ciò ha a che fare con Gesù. Proprio Gesù, infatti, aveva insegnato: «I re delle nazioni le governano e coloro che hanno il potere sopra di esse si fanno chiamare benefattori. Voi però non fate così, ma chi tra voi… governa (diventi) come colui che serve» (Lc 22, 25-27).

Ecco la parola chiave che distingue e separa un re da un altro re: uno domina e l’altro serve, uno ha la corona d’oro e l’altro una corona di spine, uno prende la vita degli altri, l’altro invece offre la sua vita per gli altri (Mc 10,45). Gesù è re, re del servizio illimitato verso gli altri, a cominciare dai più umiliati e offesi, che ha liberato dai loro bisogni fondamentali, saziando la loro fame, curandone le malattie, perdonando i peccati, affidando loro un messaggio di speranza e assicurando che sarebbero stati i primi nel suo Regno (Mt 5,3).

Egli stesso si è identificato con loro (Mt 25). Gesù fu ed è re per gli altri! Non gli è mai interessato cercare la sua gloria, non ha mai usato nemmeno i grandi segni che compiva per far colpo sugli altri e in qualche modo «costringerli» a seguirlo. Questo modo di essere re è possibile a tutti, perché tutti possono porre attenzione a chi è più debole e mettersi al suo servizio. L’altro modo di regnare, il modo dei potenti, è solo per pochi, spesso per chi nemmeno guarda ai bisogni di tanta gente.

Paolo nell’epistola ai Filippesi (Fil 2,5-9) ci trasmette la vera chiave di lettura: Gesù era Dio, ma non rivendicò per sè il diritto di essere trattato come Dio; al contrario, spogliò se stesso e assunse la condizione di servo, divenendo obbediente fino alla morte di croce.

Attraverso il servizio e non con il dominio, può attrarre tutti. «Per questo è un re benevolo e non un dominatore. Gesù è re dei cuori nel servizio e nell’amore» (Leonardo Boff). Se noi guardiamo alla storia, all’anno passato dove la pandemia ha creato e crea dolore e morte, se guardiamo ai giochi scandalosi di superpotenze e potenze possiamo davvero essere presi dallo sconforto e chiederci se il Regno di Dio non sia lontano, sconfitto nel guazzabuglio di violenze e ingiustizie.

Guardando a Gesù e alla sua vita siamo invitati a formarci come buoni credenti, ma anche come bravi cittadini che lottano contro ogni male per dare dignità a ogni persona. «Perché i buoni cittadini sono e saranno sempre buoni cristiani» (J. M. Castillo).

Nonostante questo chiaro messaggio che il Vangelo trasmette, è sorprendente che nel nostro immaginario rimanga ancora l’idea di un Dio che pensa alla sua gloria. Se pensiamo in questi termini, diamo di lui una ben triste e penosa immagine. Il suo Regno non è di questo mondo, perché invita a “vincere il mondo, a staccarsi da egoismi e ricerca di potere; Gesù è re perché si prende cura, e a noi chiede di fare altrettanto: Dio infatti è nascosto nell’altro.

Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno avuto la pazienza di leggere le mie riflessioni sul Vangelo della domenica. Questi tre anni sono stati impegnativi ed entusiasmanti insieme, perché la Parola ti inquieta e ti interroga di continuo, dandoti nuova linfa per una vita che si rinnova. Ringrazio quanti mi hanno fatto arrivare il loro apprezzamento. Anche questo è stato un aiuto e uno stimolo. Ringrazio il direttore di Vita Trentino per la fiducia accordatami. Chi continuerà a scrivere la riflessione domenicale saprà guidarci a cogliere la bellezza di un Dio che in Gesù si è fatto nostro compagno di strada.

E secondo voi?
Sono convinto che accettare Gesù come re, è lasciarsi scompigliare le idee, capovolgere i valori che il mondo presenta?
Ci sono situazioni in cui hai sperimentato che davvero il servizio rende re?

 

 

Illustrazione di Lorena Martinello

CHI È GESÙ?
Oggi si celebra la festa di Cristo Re, che è anche l’ultima domenica dell’anno liturgico: con la prossima domenica, la prima di Avvento, si apre un nuovo anno. Ma perché si celebra un re proprio alla fine del ciclo? Forse perché ancora una volta Gesù ci invita a cambiare prospettiva, mettendosi come re in fondo alla fila… perché gli ultimi saranno i primi, nel Regno che dura per sempre. Consiglio creativo: per ricreare la lucentezza del pavimento del palazzo, usa i pastelli ad olio. Dopo aver steso un colore neutro come il beige, stendi una linea bordeaux in corrispondenza del riflesso delle colonne e poi sfuma con il polpastrello il colore, facendo movimenti diagonali. Il bordeaux andrà a mescolarsi al beige ricreando un effetto lucido del pavimento. Completa l’illustrazione colorando la veste di Pilato con colori sfarzosi, sapendo che il vero re… è un altro!

l.m

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