Un’app per smascherare le “deepfake”: il progetto dell’Università di Trento

L’Università di Trento è impegnata in un progetto per costruire uno strumento che aiuti a riconoscere le immagini false

In rete circolano tante immagini, e non sempre è facile capire se siano reali o meno. Parte dall’Università di Trento un progetto, “TrueBees”, che ha l’obiettivo di individuare le immagini false (“deepfake”). “TrueBees” porterà all’elaborazione di un fakes-detector in collaborazione con l’azienda informatica U-Hopper Srl, che ha sede nell’Impact Hub di Trento, che assumerà la forma di una vera e propria app per cellulari e computer.

Il primo passo, da raggiungere entro nove mesi, è la costruzione di un prototipo. Se il team riceverà ulteriori finanziamenti, nei quattro mesi successivi ci sarà spazio per sviluppare l’applicazione, che sarà poi immessa sul mercato.

Perché c’è bisogno di uno strumento di questo tipo? Lo spiega Giulia Boato, professoressa associata del Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione (Disi): “Le persone tendono naturalmente a credere a ciò che vedono, specie se risulta verosimile, ovvero se ricalca in maniera minuziosa la realtà. Con il nostro progetto vogliamo creare uno strumento di tutela per tutti gli utenti attivi sui social media, in modo che diventi più semplice rispondere alle domande “Questa immagine è reale? Posso fidarmi e condividerla a mia volta?””.

L’Università di Trento e U-Hopper Srl stanno lavorando con finanziamenti dell’Unione Europea; è uno dei quindici progetti che sono stati selezionati tra novanta proposte per il bando lanciato da Trublo, che fa parte dell’iniziativa europea “Next Generation Internet”. Tra nove mesi, tre di questi quindici progetti riceveranno ulteriori finanziamenti per passare alla parte “attuativa”. Se “TrueBees” sarà selezionato, quindi, si procederà con la realizzazione dell’applicazione.

“Siamo orgogliosi di lavorare su un tema così delicato e attuale – dichiara Daniele Miorandi, amministratore delegato di U-Hopper Srl e coordinatore del progetto TrueBees -. Il nostro obiettivo non sarà solo realizzare uno strumento efficace per proteggere gli utenti, ma anche fare luce su queste zone d’ombra del web che oggigiorno costituiscono, purtroppo, una fonte di grande preoccupazione. E siamo particolarmente contenti di portarlo avanti assieme alle eccellenze dell’Università di Trento, in un’ottica di sinergie e ricadute positive sul territorio trentino”.

Come funzionerà l’applicazione creata grazie a “TrueBees”? L’idea è quella di combinare gli strumenti dell’intelligenza artificiale per il riconoscimento e la classificazione di immagini false. Sarà realizzato quindi un sistema di “blockchain” per creare un registro dove salvare in modo indelebile la classificazione. Le “blockchain” sono le tecniche di tracciabilità che permettono di ricostruire il ciclo di vita di un dato multimediale attraverso le tracce lasciate dal sistema di acquisizione. Queste tecniche permettono di fare luce sulla provenienza, sulle manipolazioni e sulle condivisioni sui social.

Il sistema di “blockchain” dovrà essere fruibile dagli utenti, che grazie ad esso potranno distinguere immagini vere e immagini false.

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