Caso Pedri, l’avvocato di Tateo: “L’insoddisfazione accompagnava Sara in ogni contesto lavorativo”

Caso Pedri, arriva la replica dell’avvocato del primario Tateo, Salvatore Scuto, dopo il documento depositato in procura lo scorso 28 dicembre

“Con tale atto si pretende di sostenere che nei tre mesi di permanenza nel reparto diretto dal dottor Tateo, la dottoressa Pedri abbia subito un clima così intimidatorio e degradante da causarle un disturbo traumatico da stress che, infine, avrebbe determinato in lei la decisione di suicidarsi”.

Scrive così, lunedì 10 gennaio, Saverio Scuto, avvocato di Saverio Tateo, il primario di ginecologia del Santa Chiara di Trento nei confronti del quale è in atto un procedimento penale per maltrattamenti. Sara Pedri, la ginecologa forlivese scomparsa a inizio marzo 2021, “si è ritrovata come un agnello in mezzo ai lupi”, secondo il documento redatto dalla psicologa Gabriella Marano e depositato in procura lo scorso 28 dicembre (qui articolo). La condizione di Sara nel reparto di ginecologia dell’ospedale di Trento dove, secondo la ricostruzione, avrebbe subito un “quick mobbing” che in tre mesi avrebbe violato “la sua dignità di donna e di lavoratrice”, era tale “che la morte è diventata per lei sollievo e serenità”.

“Con tale elaborato per legge ancora riservato – prosegue l’avvocato di Tateo in replica al documento elaborato il 28 dicembre – essendo stato depositato successivamente al deposito degli atti conseguente l’incidente probatorio, ma nei fatti reso strumentalmente pubblico per come puntualmente illustrato in interviste agli organi di stampa della sua stessa autrice, così come dalla pubblicazione di ampi stralci virgolettati, si sostiene che il dottor Tateo abbia avuto un ruolo nella scomparsa della dott. Pedri”.

L’avvocato parla di una “violenta campagna mediatica che dallo scorso mese di giugno ha visto come costante bersaglio il dott. Tateo, posto al centro di una narrazione strumentale ed unilaterale per nulla rispettosa sia della verità storica che di quella processuale, oltre che lesiva del principio costituzionale della presunzione di innocenza“.

“Dall’analisi del contenuto di queste pagine – scrive l’avvocato Scuto riferendosi alle più di 32mila pagine di atti processuali che si riferiscono ai messaggi del cellulare di Sara Pedri – va subito affermato, senza timore di essere smentiti, che non emerge alcuna indicazione proveniente dalla dottoressa Pedri, o da altri, circa atteggiamenti intimidatori, vessatori o violenti attribuibili al dottor Tateo e da lei subiti. E che anzi, esiste un sentimento di personale insoddisfazione che accompagna la d.ssa Pedri in ogni contesto lavorativo in cui si è trovata. E ciò sembra del tutto indipendente dalle persone con cui la stessa ha collaborato, in quanto pare nascere dalla scelta dell’ambito professionale e da un vissuto particolarmente complesso”.

L’avvocato Scuto evidenzia ancora che “la semplice lettura del contenuto delle conversazioni intrattenute dalla d.ssa Pedri dal 2019 al 2021 (quindi in un’epoca ben precedente al suo arrivo a Trento) ci restituisce l’immagine di una persona, come detto, con un vissuto dalle caratteristiche complesse sia nella sfera familiare che lavorativa”.

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