David Sassoli, profonda fede europea

EP Plenary session – Preparation of the Extraordinary European Council Meeting of 20 February 2020 on the Multiannual Financial Framework

Nel passaggio più importante del suo discorso di insediamento alla presidenza del Parlamento europeo, il 3 luglio 2019, David Sassoli, scomparso martedì 11 gennaio a 65 anni per una leucemia con cui combatteva da anni, ricordava l’urgenza di ritrovare lo spirito degli europeisti confinati dal regime fascista sull’isola di Ventotene e lo slancio pionieristico dei Padri fondatori. Perché l’Unione europea non è “un incidente di percorso”. Non è un fastidioso episodio di cui sbarazzarsi, come vorrebbero i populisti. Ma è la risposta alla malattia mortale del fascismo e del nazismo che hanno distrutto i popoli europei. A 100 anni dalla marcia su Roma che segnò la presa del potere da parte del fascismo, sciagurata ideologia italiana che ispirò quella nazista, le parole del compianto presidente del Parlamento europeo sono più necessarie che mai.

“Io sono figlio di un uomo – affermava Sassoli davanti ai parlamentari europei – che a 20 anni ha combattuto contro altri europei, e di una mamma che, anche lei ventenne, ha lasciato la propria casa e ha trovato rifugio presso altre famiglie. Io so che questa è la storia anche di tante vostre famiglie… La nostra storia è scritta sul dolore, sul sangue dei giovani britannici sterminati sulle spiagge della Normandia, sul desiderio di libertà di Sophie e Hans Scholl, sull’ansia di giustizia degli eroi del Ghetto di Varsavia, sulle primavere represse con i carri armati nei nostri Paesi dell’Est, sul desiderio di fraternità che ritroviamo ogni qualvolta la coscienza morale impone di non rinunciare alla propria umanità e l’obbedienza non può considerarsi una virtù”. Evidente riferimento, quest’ultimo, con le parole di don Lorenzo Milani, a quanti soccorrono i migranti anche contro le leggi xenofobe e i muri disumani di tanti Paesi europei.

E aggiungeva: “Non siamo un incidente della Storia, ma i figli e i nipoti di coloro che sono riusciti a trovare l’antidoto a quella degenerazione nazionalista che ha avvelenato la nostra storia. Se siamo europei è anche perché siamo innamorati dei nostri Paesi. Ma il nazionalismo che diventa ideologia e idolatria produce virus che stimolano istinti di superiorità e producono conflitti distruttivi”.

 

La profonda fede europea che animò il compianto presidente era radicata nella memoria di quegli immensi dolori e di quelle grandi speranze e nel cattolicesimo democratico e sociale di Dossetti, La Pira, Moro (Sassoli è stato nostro amico e compagno di strada nell’associazione Rosa Bianca, fondata da Paolo Giuntella, che per tanti anni tenne le sue scuole di formazione politica in Trentino, soprattutto a Brentonico, in collaborazione con la rivista Il Margine).

Gli immensi dolori dei totalitarismi e le speranze dei Padri fondatori dell’Europa devono nutrire la memoria di tutti noi. Alle nuove generazioni dobbiamo consegnare un futuro senza odi nazionalisti, regimi liberticidi, razzismi, guerre fratricide. Senza quei vergognosi fili spinati contro gli infelici che cercano salvezza. Solo un’Europa unita ci può guarire da queste sciagure. La democrazia e i valori di pace e giustizia sono sempre più calpestati. Anche dove pensavamo fossero al sicuro.

Niente è al sicuro definitivamente, da nessuna parte. Le democrazie sono fragili, i governi calpestano sempre più facilmente i valori scritti nelle loro Costituzioni. Le propagande aggrediscono le nostre vite. Si dà credito alle menzogne più sfrontate. Basta vedere la propaganda no vax che da filosofia di vita è diventata religione fanatica che disprezza gli altri e le regole di convivenza. Anche i migliori, come ieri col fascismo e il nazismo, cadono nella rete. Anche i democratici sono fragili, non solo le democrazie. D’altronde, noi viviamo in un Paese in cui uno dei candidati di punta alla carica di presidente della Repubblica, che si va a rinnovare, è un pregiudicato, Silvio Berlusconi, condannato nel 2013 a quattro anni di reclusione per frode fiscale con sentenza definitiva della Corte di Cassazione. E per questo espulso dal Senato. Una vergogna inaudita, nell’assenso e nel silenzio di troppi, la sua candidatura a supremo garante dei valori della Costituzione. Ma il personaggio possiede enormi mezzi di persuasione e ricatto.

L’Europa, non solo l’Italia, è minacciata anche da queste degenerazioni. Dobbiamo combatterle senza stancarci. Ricordando quegli immensi dolori e quelle grandi speranze da cui veniamo. E che tanto erano nel cuore e nell’azione politica di David Sassoli.
(Vincenzo Passerini cura il blog itlodeo.it)

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