“Famiglia Nucleare”, la poesia si fa antidoto alle divisioni sociali

Adriano Cataldo in una foto di Valeria Ferraretto

Dal reading alla performance musicale, dalla radio al Poetry Slam, Adriano Cataldo, poeta nato in Germania ma da anni attivo sulla scena culturale trentina, non si ferma mai, e torna, in questo inizio di 2022, alla cara vecchia carta. Lo fa con la sua nuova opera editoriale dal titolo “Famiglia Nucleare”, che arriva dopo la raccolta “Liste Bloccate”, del 2018, e due recenti autoproduzioni, pubblicata dalla salernitana Delta3, nella collana Letture Meridiane diretta dalla poetessa Eleonora Rimolo.

La nuova raccolta poetica, ad immagine e somiglianza del suo autore, spazia con vivacità tra i temi e i registri, per sviluppare una tematica non certo facile ed accomodante: le divisioni sociali che negli anni sono esplose in maniera sempre più forte. Spiega lo stesso Cataldo: “Il libro è nato come risposta ai fatti che stiamo vivendo. Se fino a qualche tempo fa era la questione dei migranti a dividere le persone, adesso ci sono i vaccini e il Green Pass, che in qualche modo riflettono la fiducia che i cittadini hanno nelle istituzioni. “Famiglia nucleare” è la metafora di una comunità fondata sulle contrapposizioni, che a volte sono talmente forti, come nelle reazioni nucleari, da portare a delle esplosioni, a dei disfacimenti”.

Tra i diversi spunti legati all’attualità, ed in particolare ai temi ecologici, è impossibile non evidenziare la poesia ispirata alla tragedia di Vaia. “Se questo è un vento, che lavora pietra e fango,/che spiana un pianto da scavatrice, che spezza le ossa ai boschi per focolari futuri colpevoli,/che sbaraglia la terra nei suoi polmoni”, attacca la poesia, strizzando un occhio alla cronaca. “I fatti di Vaia sono capitati proprio in mezzo alla scrittura del libro”, racconta Cataldo: “Un evento esterno molto più grave, quasi superiore, a tutte le contrapposizioni di cui parlo. C’è tanto di umano nella faccenda di Vaia, ma anche tanto di sovrumano, che finisce per livellare tutto il resto”.

È un’indagine esposta in forma di poesia, “Famiglia nucleare”, scrive nella prefazione la poetessa Sonia Caporossi, evidenziando come Adriano Cataldo, “in questa sorta di concept album, descriva, alla sua maniera, la crisi del cosmos ultracontemporaneo”.

Va aggiunto che l’opera, che ha ricevuto una segnalazione al prestigioso premio Lucini, a testimonianza della versatilità del suo autore, è stata anticipata dalla pubblicazione di un EP, dal titolo “Subalterna”, che raccoglie e musica alcuni dei testi contenuti nel libro. “C’è chi si concentra sull’ambito della scrittura, più affine alla poesia classica, chi invece sulla componente orale, dai reading ai progetti di poesia e musica. A me piace esplorare entrambi gli aspetti: la poesia orale e performativa tende ad aprirsi maggiormente ad altri codici, ma dall’altra parte la poesia su carta mantiene intatta una maggiore portata poetica. Le ritengo entrambe valide e mi permettono di approfondire ulteriormente la materia poetica, oltre al fatto che, per indole, faccio un po’ fatica a concentrarmi solo su una cosa”, riflette Cataldo, che, non a caso, ha recentemente ripreso anche con l’attività del Trento Poetry Slam di cui è anima e fondatore. Il torneo di lettura e interpretazione di testi poetici, con il pubblico presente a fare da giudice, quest’anno è infatti sbarcato al Teatro di Meano, dove proseguirà con le prossime due tappe, a febbraio e a marzo, fino alla finale di aprile. È anche questo un modo efficace per diffondere la poesia, sicuro antidoto alle divisioni sociali.

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