Demenze gravi, parte un progetto pilota nelle Rsa di Pinzolo e di San Bartolomeo

Foto di Gianni Zotta

Partirà il 4 aprile la fase pilota del nuovo modello di centro per le demenze gravi all’interno delle RSA. Il progetto durerà un anno e coinvolgerà la RSA di Pinzolo e la RSA di San Bartolomeo, una realtà montana e una realtà urbana.

Il modello è stato adottato, in attuazione con un obiettivo del Piano provinciale demenze – XVI legislatura, lo scorso venerdì dalla Giunta provinciale su proposta dell’assessora alle politiche sociali Stefania Segnana.

“Si tratta di una revisione innovativa del progetto delle demenze in Trentino – ha spiegato Segnana -: i centri avranno la funzione di assistere persone con demenza, non solo residenti in RSA ma anche al proprio domicilio, dovranno diventare un punto di riferimento della rete dei servizi e offrire un valido supporto alle famiglie sul territorio. In essi andrà sviluppata una forte integrazione tra équipe, RSA, Centro per i Disturbi Cognitivi e le Demenze, Unità di Valutazione Multidisciplinare e i servizi sociali delle Comunità di riferimento”.

La RSA di San Bartolomeo è gestita dall’APSP Civica di Trento con un nucleo di 20 posti letto, e la RSA di Pinzolo è gestita dall’APSP A. Collini con un nucleo di 15 posti letto. Attualmente i nuclei per demenze gravi, convenzionati con l’Azienda provinciale per i servizi sanitari, sono presenti in 23 RSA per complessivi 210 posti letto. Il nuovo modello è stato elaborato in collaborazione con il tavolo di monitoraggio del Piano demenze composto da rappresentanti della Provincia, APSS, MMG, Comunità, Consolida, Upipa, Associazioni Alzheimer.

La presentazione del nuovo modello di centro per le demenze gravi lunedì 28 marzode

Micaela Gilli, direttrice dell’Ufficio provinciale politiche sanitarie, ha illustrato le novità del progetto, che prevede la figura del terapista occupazionale – o terapista della riabilitazione psichiatrica – nonché un aumento delle ore dello psicologo. L’obiettivo è aprirsi al territorio, offrire un affiancamento e un supporto alle famiglie e costruire percorsi di cura sempre più personalizzati.

La fase pilota sarà monitorata da uno staff di referenti dei servizi coinvolti coordinati da un referente nominato da APSS. È prevista la presentazione di un report alla Provincia a 6 mesi e al termine della fase, sulla base del quale potranno essere apportate modifiche al modello. Il progetto sarà poi trasmesso all’Istituto superiore di sanità, che guarda con interesse a questa sperimentazione. La spesa annua è di circa 125.000 euro, legata alla nuova figura del terapista occupazionale e all’incremento delle ore dello psicologo.

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