Nell’amore del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo

Solennità della Santissima Trinità C. Illustrazione © Fabio Vettori

12 giugno 2022 ‑ Solennità della Santissima Trinità C

Pr 8,22‑31; Rm 5,1‑5; Gv 16,12‑15

«L’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato». Rm 5,5

 

Dal giorno del nostro battesimo, tutta la nostra vita cristiana è “nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”. Ciò che ci distingue e caratterizza è proprio questo nostro essere inseriti dentro la vita e la relazione di comunione che unisce Dio Padre al Figlio e allo Spirito Santo. Ciò che noi conosciamo e sappiamo di questa comunione e di questa misteriosa relazione di amore lo sappiamo a partire da quello che Gesù di Nazaret ci ha rivelato.

Cerchiamo di procedere con ordine, aiutati dalle letture della domenica. Scopriamo anzitutto che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo non soffrono di individualismo, ciò che fanno lo fanno sempre insieme, insieme hanno dato origine alla creazione (prima lettura), insieme operano la redenzione e la glorificazione dell’uomo e del cosmo (seconda lettura e Vangelo). Ciò che lo Spirito annunzia è “del Figlio” e ciò che il Figlio affida allo Spirito è “del Padre”: «Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità… Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà» (Gv 16,13‑15). Tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo esiste quindi una comunione di essere e di vita, di conoscenza e di comunicazione, di amore e di azione.

È per l’opera del Figlio e dello Spirito che il Padre si rende accessibile a noi e ci fa conoscere il suo volto. È per l’opera del Figlio e dello Spirito che noi comprendiamo qualcosa della comunione esistente nella Trinità. È per l’opera del Figlio e dello Spirito che noi veniamo riconciliati con il Padre e giungiamo al Padre. È per l’opera del Figlio e dello Spirito che tutto ciò che è “del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo” diventa anche nostro, al più alto grado di comunione e di condivisione, quello della vita divina.

La Trinità non è perciò in primo luogo oggetto di speculazione ma mistero di amore da contemplare, da lodare, nel quale lasciarsi coinvolgere ed inserire. Lo aveva ben compreso san Francesco d’Assisi che ci invita a pregare:

«Onnipotente, eterno, giusto e misericordioso Iddio, concedi a noi miseri di fare, per te stesso, ciò che sappiamo che tu vuoi, e di volere sempre ciò che a te piace, affinché, interiormente purificati, interiormente illuminati e accesi dal fuoco dello Spirito Santo, possiamo seguire le orme del tuo Figlio diletto, il Signore nostro Gesù Cristo, e con l’aiuto della tua sola grazia, giungere a te, o Altissimo, che nella Trinità perfetta e nella Unità semplice vivi e regni e sei glorificato, Dio onnipotente per tutti i secoli dei secoli. Amen» (Lettera all’Ordine 50-52: FF 233).

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