Nasce la nuova cooperativa sociale ReactivA: “Il lavoro come autorealizzazione”

Da sinistra: Luigi Balestra, Paolo Holneider (presidente), Sabrina Dalpiaz, Alessandro Malpaga e Luca Tomasini

Dopo due anni di impegno nel portare avanti il progetto di fusione martedì 5 luglio è stato presentato presso il Palazzo Benvenuti il percorso di fusione di Relè Cooperativa Sociale e di Activa s.c.s., che dà vita a “ReactivA Cooperativa Sociale”. L’intesa delle due cooperative – dopo la crisi economica indotta dalla pandemia – ha lo scopo di rilanciare l’attività di inserimento lavorativo per persone fragili o svantaggiate, anche attraverso la sinergia con il Comune di Trento.

“Quando due aziende si mettono insieme – ha spiegato Paolo Holneider, presidente della nuova cooperativa sociale ReactivA – c’è sempre una parte “economica”, perché “fare impresa” vuol dire anche lavorare per dare posti di lavoro, fare economia, sviluppare dei settori, ma in questa particolare situazione, in cui due cooperative sociali di tipo B si aggregano, il loro “fare impresa” diventa fondamentale”. Secondo Holneider, “Questa è un po’ la vera sfida: riuscire a fare un’impresa seria che lavora, che fornisce bene i propri servizi come l’impresa tradizionale, e dall’altra portare avanti questa parte sociale che restituisce qualcosa di importante alla comunità in cui opera”.

Operativa dal primo giugno, ReactivA si presenta come cooperativa sociale multiservizi (di tipo B) operativa in tre settori di attività: ristorazione, catering e gestione mense; omasini pulizie civili e industriali; progettazione grafica e produzione video, in collaborazione con l’Istituto Pavoniano Artigianelli. Composto da 10 soci lavoratori e 9 soci volontari, il Gruppo Activa Società Cooperativa presenta come presidente Paolo Holneider, vicepresidente e direttore Luigi Balestra, consiglieri e soci lavoratori Sabrina Dalpiaz, Alessandro Malpaga e Luca Tomasini.

Il direttore Balestra rivolge “un particolare ringraziamento a tutti i lavoratori di Relé e di Activa che hanno creduto anche loro nel progetto”. Composto da 32 dipendenti, lo staff dispone di 10 inserimenti lavorativi di persone svantaggiate, fragili o in temporanea difficoltà. Il medico psichiatra Ermanno Arreghini, socio volontario, spiega che per queste persone – magari affette da patologie psichiatriche o in marginalità sociale – il lavoro è stato un modo per “salvarsi la vita”, un’ancora di salvezza, dove “si sana qualcosa che si è rotto, viene sanato un processo di rottura, di un’esistenza”.

Infine, i ringraziamenti del sindaco Franco Ianeselli per questa “unione” (come la definisce con soddisfazione), soffermandosi su quanto sia importante il lavoro: “Ciascuno di noi, ripercorrendo la propria carriera di vita, ha avuto un momento in cui ha avuto la necessità di avere un aiuto. Il ruolo delle cooperative sociali è quello di non lavorare per separazione ma per inclusione di questi soggetti, perché il lavoro sia un’occasione di autorealizzazione”.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina