Festa di Vita Trentina e Avvenire, monsignor Tisi a Palù di Giovo: “Puntiamo su lavoro, onestà e attenzione a chi fa fatica”

A Palù di Giovo la Messa per la festa di Vita Trentina e Avvenire

“Continuiamo a battere il chiodo su lavoro, onestà e attenzione ai poveri. Spero che un giorno si possa dire della Chiesa che è ‘la donna che vale più delle perle preziose’ perché punta su questi tre aspetti”.

Queste le parole dell’arcivescovo di Trento Lauro Tisi per la Messa di oggi, venerdì 29 luglio, a Palù di Giovo per la seconda giornata della festa di Vita Trentina e Avvenire. La Messa è stata concelebrata da don Bruno Tomasi e da don Franco Torresani e allietata dai canti del coro di Giovo.

“Quando il lavoro non è umanizzato e umanizzante – ha detto l’Arcivescovo – la società inizia ad andare in difficoltà. Un altro tratto che viene indicato, nei proverbi, sulla ‘donna che vale più delle perle preziose’, è l’onestà. Così un popolo non corrotto e attento agli affaticati è un popolo sano. Una bella sfida, in un momento in cui il lavoro a volte manca e in cui l’unica dinamica contemplata è il profitto, basti pensare ai tanti morti sul lavoro”.

Secondo l’arcivescovo Tisi, dunque, tutti nella società sono chiamati a lavorare a vario titolo su lavoro, onestà e attenzione ai poveri. “Penso che in questi anni e che su questi tre punti – ha detto – Avvenire abbia fatto un gran lavoro, e così anche Vita Trentina. A volte come Chiesa non ci rendiamo conto dei tesori che abbiamo tra le mani“.

L’arcivescovo Tisi ha chiesto ad Avvenire e a Vita Trentina di continuare a tenere alta l’attenzione su lavoro, onestà e attenzione ai poveri

E questi tre punti, ha aggiunto monsignor Tisi, “non sono solo un programma editoriale per i giornali”. “Spero che della Chiesa – ha aggiunto – un giorno si possa dire che è ‘la donna che vale più delle perle preziose’, perché presta attenzione a lavoro, onestà e agli affaticati”.

Per realizzare questo programma impegnativo, è necessario mettere le mani in pasta. “L’esperienza del credente – ha aggiunto l’Arcivescovo – si misura attorno al fare: è il servire la chiave della vita. I credenti si misurano da quello che fanno. Vigiliamo sull’opera di Maria, perché il nostro fare sia umanizzato e umanizzante, e acquisisca quindi i tratti di quel Gesù di Nazareth che muore per amore. Un amore gratuito, che non chiede nulla in cambio”.

Ha portato un saluto anche Vittorio Stonfer, sindaco di Giovo, che ha ringraziato anche i fiduciari di Vita Trentina. “Dobbiamo dire grazie a tutte queste persone – ha detto – che si impegnano quotidianamente per far arrivare nelle nostre case Vita Trentina e Avvenire, due testate che non hanno come obiettivo la cronaca, ma il cercare di lanciare un messaggio e di essere come una goccia”.

Il direttore di Avvenire Marco Tarquinio ha ringraziato per l’accoglienza e per le parole spese dall’Arcivescovo. “Come sempre, quando arriva un riconoscimento per il lavoro fatto – ha affermato – penso che è ‘solo’ il punto dove siamo. Da lì in avanti c’è la responsabilità di continuare su quella strada e di essere all’altezza delle attese. Oggi sentiamo e leggiamo tante parole inutili e cattive che vengono messe in circolazione. Come quotidiano abbiamo un’ispirazione forte, perché il Papa ci ha raccomandato di essere donne e uomini che fanno del bene e che non cercano solamente clienti“.

Un ringraziamento è andato infine ai “registi” della festa di Vita Trentina e Avvenire Alceo e Ivan Pellegrini. “Ci godiamo questa giornata con la voglia di stare assieme – ha detto il direttore di Vita Trentina Diego Andreatta -. Per noi i fiduciari sono una risorsa preziosa, quello che ci può garantire che il nostro giornale sia quello che l’Arcivescovo ha detto che può e deve essere”.

Monsignor Tisi ha rivolto un pensiero – e un invito alla preghiera – per don Ivan Maffeis, “che per tanto tempo ha contribuito alla comunicazione diocesana e nazionale”, e che sarà ordinato vescovo della diocesi di Perugia-Città della Pieve. “Preghiamo per lui – ha concluso – e chiediamo di accompagnarlo nei prossimi giorni con un’intensa preghiera, in attesa dell’ordinazione”.

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