Addio al Not, la Cgil: “Un atto dovuto”

La Provincia ha annunciato l’archiviazione del progetto Not

“La decisione assunta sul Not è un atto dovuto”. Così Andrea Grosselli, segretario della Cgil del Trentino, sulla scelta comunicata ieri dall’amministrazione provinciale di sospendere il progetto sul Nuovo Ospedale Trentino e avviare un nuovo percorso, con l’arrivo di un apposito commissario.

“Arrivati a questo punto non c’erano molte scelte”, continua Grosselli. “C’è la speranza che questa sia la volta giusta e che tutto l’iter venga svolto in maniera meno approssimata e imprecisa di come è stato fatto fino ad adesso”.

Una decisione che, se per la Cgil appare “un atto dovuto”, non annulla le responsabilità politiche: “In ogni caso questa decisione non cancella le responsabilità della giunta Fugatti – aggiunge Grosselli – che, non va dimenticato, ha approvato un progetto, quello della Guerrato, palesemente inadeguato alle esigenze della sanità trentina. Più che di una svolta, dunque, direi che siamo di fronte ad un atto di amministrazione difensiva per correre ai ripari dopo gli errori commessi”.

Fugatti in conferenza stampa, ieri, aveva sottolineato che “l’amministrazione provinciale ha preso atto del fatto che il procedimento si è chiuso con l’impossibilità di sottoscrivere il contratto a causa della mancata approvazione del progetto preliminare presentato dalla ditta Guerrato, a sua volta individuata nel corso della procedura come soggetto promotore. Le ragioni risiedono nelle difformità – non sanabili – del progetto rispetto all’iniziale studio di fattibilità”.

La Cgil non nasconde neanche le preoccupazioni per un iter che sarà sicuramente lungo, e delle sue ripercussioni in termini di assistenza dei bisogni sanitari dei trentini: “Si è perso tempo prezioso – continua Grosselli – e si è avvallato in fase iniziale un progetto non rispondente alle necessità della nostra sanità. Quelle che oggi vengono portate come motivazioni della scelta, cioè le criticità emerse con il covid e il bisogno di spazi collegati alla facoltà di medicina, erano questioni già note quando il progetto Guerrato venne approvato. L’Esecutivo allora non ne ha tenuto conto, non si sa bene per quali ragioni e su questo non si è fatto mai sufficiente chiarezza. Oggi si prende atto del fallimento e si azzera tutto. Ci auguriamo si riparta all’insegna della massima trasparenza e competenza nella gestione di tutto l’iter procedurale”.

Anche il sindaco di Trento Franco Ianeselli ieri in una nota esprimeva il desiderio che “si faccia tesoro del tempo trascorso”, tenendo conto di “quanto abbiamo imparato dalla pandemia” ma anche considerando “le tante sollecitazioni arrivate dai medici, le sempre più evidenti necessità di sviluppo del settore biomedico e naturalmente la presenza a Trento del polo universitario delle professioni sanitarie”.

Una strada che in ogni caso è in salita. “C’è stata una palese inadeguatezza nella gestione della procedura”, dichiara Grosselli, che aggiunge: “Speriamo adesso si vada in una direzione diversa, anche sulle modalità di affidamento. Riteniamo infatti che debba essere messa una pietra sopra il project financing che rischia non solo di far lievitare i costi ma anche di ridurre le tutele delle lavoratrici e lavoratori in appalto per i quali non varrebbero più le tutele previste dalle leggi provinciali. È centrale per noi che si scelga una strada che tuteli tutte le figure professionali che operano all’interno dell’ospedale, anche le addette e gli addetti in appalto che non dovranno vedere messe a rischio le loro condizioni di lavoro”.

“Ora è tempo che si arrivi ad un bando adeguato sul piano delle funzionalità – conclude il segretario della Cgil Trentina Andrea Grosselli – rispondente alle esigenze messe in evidenza anche dai professionisti sanitari e che sappia guardare ai bisogni della popolazione e della domanda di salute anche in prospettiva, magari pensando non solo al bacino provinciale ma anche a quello regionale”.

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