Al MUSE di Trento sabato 1° ottobre arriva la “Human Library” di Croce Rossa del Trentino

Credit: Croce Rossa Trentino

Sei sedie vuote, sei storie di accoglienza e una voce: quella di chi le ha vissute in prima persona e, tra le prime volte in provincia, si siederà davanti al “lettore” per narrarle come se fosse un vero e proprio libro vivente da sfogliare.

È questa l’iniziativa proposta da Croce Rossa del Trentino all’interno della VIII edizione della “Settimana dell’accoglienza” promossa da Cnca del Trentino – Alto Adige dall’1 al 9 ottobre. Croce Rossa, dopo il successo della scorsa edizione, presenterà l’evento “Human Library – La biblioteca vivente. Storie di accoglienza” nell’atrio di ingresso del MUSE, dove, dalle 15 alle 17, la cittadinanza potrà ascoltare, in un rapporto esclusivo, una storia di accoglienza e speranza, fortemente legata a Croce Rossa, dalla viva voce del protagonista.

L’idea della “Biblioteca Vivente”, la “Human Library”, è nata a Copenaghen oltre vent’anni fa e rappresenta “un metodo innovativo, semplice e concreto per promuovere il dialogo, ridurre i pregiudizi, rompere gli stereotipi e favorire la comprensione tra persone di diversa età, sesso, stili di vita e background culturale”.

Come avviene? Ogni narratore (alle cui spalle è indicato il nome e il Paese di provenienza) siede su una sedia e ha davanti a sé un’altra poltroncina in cui prende posto chi intende ascoltare la sua storia. Il rapporto è di uno a uno, per un massimo di 15-20 minuti di colloquio con la possibilità di porre domande al narratore. Il visitatore può “prenotare” il proprio turno mediante un cartoncino colorato plastificato, in cui è indicato il titolo del “libro vivente”. L’allestimento finale prevede dunque 6 coppie di sedute per 6 colori tramite cui prenotarsi, il tutto coordinato e gestito con l’aiuto dei volontari di Croce Rossa.

Le vicende di questi narratori sono tutte uniche nel loro genere. C’è Aliou, dal Senegal, che dopo avere superato l’inferno libico e avere trovato accoglienza nel centro di Marco di Rovereto gestito da CRI, ora lavora per una cooperativa e sogna di tornare nel suo Paese per aprire un centro per bambini in difficoltà.

C’è Carmen, rumena, che ha vissuto con la famiglia il terremoto dell’Aquila: un evento che l’ha privata della casa appena acquistata e di ogni cosa che si era costruita con fatica; attraverso un lungo viaggio di rinascita, Carmen arriverà infine a Levico, dove oggi risiede felicemente e lavora per Croce Rossa. Presente all’incontro anche Daniel, che ha alle spalle una storia di bambino-soldato in Nigeria, i viaggi nei barconi fino a Lampedusa, l’esperienza del carcere, e oggi vive a Trento, dove studia all’Università.

Tra gli altri, infine, siederà a raccontare gli orrori della guerra Olena, ucraina, che è dovuta fuggire dal suo villaggio vicino a Chernihiv bombardato dai russi per scappare verso Leopoli prima e oltre il confine poi, in un cammino che la condurrà fino alla nostra provincia per una nuova vita.

In Trentino è nato un altro progetto simile alla fine dell’anno scorso. Si chiama “Humans of Trentino”, ed è stato presentato con una mostra fotografica durante lo scorso Trento Film Festival (qui un approfondimento).

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