Italia Nostra contro la demolizione dell’ex Masera di Levico Terme: “Decisione insensata”

La ex Masera di Levico Terme

“Si stenta a crederci, ma col solito pretesto del degrado strutturale (pazientemente atteso nell’ignavia) un altro pezzo del patrimonio culturale del Trentino andrà distrutto per opera dell’ente che per statuto dovrebbe prendersene cura”.

Italia Nostra commenta così la notizia dell’avvio della procedura per demolire lo stabile dell’ex Masera di Levico Terme, comunicata dopo la riunione della Giunta provinciale a Levico Terme di venerdì 30 settembre. La stessa sorte spetterà all’immobile ex Artigianelli di Pergine.

L’edificio, di proprietà provinciale, è stato adibito fin dal 1925 a fabbrica ed essiccatoio per bozzoli di bachi da seta, luogo di lavorazione delle foglie di tabacco e infine magazzino per prodotti agricoli. Da molti anni versa in stato di abbandono e di degrado.

Italia Nostra aggiunge che lo “scopo sociale di Patrimonio del Trentino Spa è ‘acquisire, riqualificare, valorizzare, conservare, gestire, manutenere, alienare e sviluppare i beni della Provincia autonoma di Trento’. Cioè i nostri”.

Dopo aver elencato le azioni che si leggono nella mission di Patrimonio del Trentino Spa, Italia Nostra sottolinea che “tra i tanti verbi non figura ‘demolire’, ma questo non ha trattenuto gli amministratori, in accordo con Provincia e Comune, dal procedere – seguendo un incoercibile impulso iconoclasta – alla cancellazione di un simbolo primario della storia, della cultura e del paesaggio trentino, assurdamente scambiato per un ingombrante ‘eco-mostro'”.

Secondo Italia Nostra si tratta di una “decisione insensata che mette in mostra due evidenti carenze”. La prima sarebbe “l’inconsistenza culturale di quanti dovrebbero curare il patrimonio edilizio pubblico tenendo ben presente il significato storico e culturale in esso stratificato”.

Le “masere”, prosegue l’associazione, “costituiscono per i territori in cui sorgono una singolarità confrontabile con pochi altri edifici: chiese, castelli, palazzi di particolare rilevanza”.

Secondo punto posto da Italia Nostra è che “questa decisione dimostra l’inadeguatezza dei gestori del patrimonio pubblico sul piano programmatorio e progettuale: alle prese con un grande contenitore con pochissimi vincoli strutturali, facilmente articolabile in spazi di ogni dimensione – grandi e piccole sale per attività pubbliche, sociali, culturali, didattiche, imprenditoriali ecc. – tutto quello che sanno proporre è la sua demolizione. La Masera di Levico eccede, evidentemente, le loro capacità amministrative”.

Qui Italia Nostra tira in ballo il progetto per trasformare le caserme austroungariche alle Viote del Bondone in un wellness resort: “Tuttavia – scrivono infatti i membri dell’associazione – non si può dire che Patrimonio del Trentino in passato non abbia dato prova d’ambizione: chi non ricorda il grandioso progetto per trasformare le caserme austroungariche alle Viote del Bondone in un wellness resort di livello planetario? Ingenti risorse dissipate in progetti megalomani e promozioni fallimentari in giro per il mondo (la Corte dei conti non ha nulla da dire) mentre le Caserme stanno miseramente crollando su sé stesse”.

A Levico le cose sono andate diversamente. “Forse ricordando quel colossale fiasco – conclude Italia Nostra – a Levico si è preferito fare direttamente fare tabula rasa, risparmiando tempo e denaro. Ma non sarebbe meglio affidare il nostro patrimonio ad altre mani?”.

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