Povertà, presentato il 21° Rapporto Caritas: “Investire seriamente sull’educazione”

Sono stati circa 5,6 milioni i poveri assoluti in Italia nel 2021. Di questi 1,4 milioni sono bambini. Lo documenta il 21esimo Rapporto su povertà ed esclusione sociale di Caritas Italiana, dal titolo “L’anello debole”, presentato a Roma lunedì 17 ottobre in occasione della Giornata internazionale di lotta alla povertà.

“Tra gli ‘anelli deboli’ – si legge dal sito Caritas -, i giovani, colpiti da molte forme di povertà: dalla povertà ereditaria, che si trasmette ‘di padre in figlio’ per cui occorrono almeno cinque generazioni per una persona che nasce in una famiglia povera raggiungere un livello medio di reddito; alla povertà educativa, tanto che solo l’8% dei giovani con genitori senza titolo superiore, riesce a ottenere un diploma universitario. Cresce anche l’incidenza dei disoccupati o inoccupati che passa dal 41% al 47,1%. Sono 3 milioni di giovani tra i 15 e i 34 anni, pari al 25,1% del totale, che non studiano né lavorano”.

Solo nel 2021 quasi 2.800 Centri di Ascolto Caritas hanno effettuato oltre 1,5 milioni di interventi, per poco meno di 15 milioni di euro, con un aumento del 7,7% delle persone che hanno chiesto aiuto rispetto all’anno precedente. Anche nel 2022 i dati raccolti fino a oggi confermano questa tendenza. Non si tratta sempre di nuovi poveri ma anche persone che oscillano tra il dentro e fuori dallo stato di bisogno. Tra questi coloro che, pur lavorando, sono poveri (working poor) oggi sono pari al 13% degli occupati. Il 23,6% di quanti si rivolgono ai Centri di Ascolto sono lavoratori poveri.

“Alcuni dati che mi hanno molto colpito – ha affermato il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente CEI – sono quelli che riguardano il problema dei giovani, del sud, dell’educazione, cioè di come la povertà diventa ereditaria. Per spezzare l’anello, oppure per unire, l’anello debole lo devi rendere forte altrimenti si spezza tutta la catena; l’anello debole lo rendi forte ristabilendo l’educazione o investendo seriamente sull’educazione”.

Il Rapporto si conclude con una valutazione delle politiche di contrasto alla povertà, con particolare attenzione alle prospettive di riforma e investimento derivanti dal PNRR e dal programma europeo Next generation EU.

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