“Donna, vita, libertà!”, Trento sta con il popolo iraniano

Foto © VIta Trentina

Sentita e partecipata, la manifestazione indetta per il tardo pomeriggio di venerdì 28 ottobre a Trento da Cgil Cisl Uil del Trentino, assieme ad una serie di realtà locali, per esprimere il sostegno e la solidarietà della comunità trentina alle donne e ai giovani dell’Iran, vittime in queste settimane di una violenta repressione da parte della polizia morale iraniana.

Toccanti le testimonianze e i racconti portati ai presenti da alcune attiviste iraniane in piazza d’Arogno, mentre impressionanti sono i numeri della repressione: dal 16 settembre ad oggi – hanno spiegato gli organizzatori del presidio -, le prime stime parlano di quasi 250 morti e di oltre 12.000 arresti come conseguenza degli scontri tra manifestanti e forze di polizia iraniane. Intanto varie forme di ribellione alle leggi più oscurantiste, in particolare nelle università del paese, proseguono nonostante i tentativi del regime di soffocare le proteste, di cui è diventata suo malgrado simbolo l’attivista Mahsa Amini, morta qualche settimana fa durante un fermo della polizia, che la accusava di non indossare adeguatamente il velo.

Donna, vita, libertà!“, lo slogan che si è alzato dalla piazza tra gli applausi, in italiano e in lingua farsi, su stimolo di una giovane iraniana, dopo che la neodeputata Sara Ferrari ha promesso ai manifestanti che a breve presenterà al Governo una mozione per “chiedere esattamente quello che ci avete chiesto questa sera e che tutte le piazza italiane stanno chiedendo: ovvero di interrompere ogni rapporto con l’Iran, e di farsi carico di questo anche presso l’Europa, per costruire qualsiasi sanzione si possa comminare a quella dittatura“.

Una richiesta a cui si è associata anche Giulia Cutello, a nome di Arci del Trentino: “Siamo al fianco della lotta del popolo iraniano, condividiamo la protesta di tutte le persone che in Iran stanno lottando per la libertà, siamo al fianco delle donne che protestano in Iran e nel resto del mondo contro il patriarcato teocratico iraniano, contro l’uso del velo come forma di oppressione e contro la violenta repressione delle proteste da parte della polizia iraniana”.

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