“Necessario l’impegno di tutti per una cultura della sicurezza”, le parole di Fnovi sulla morte di Chiara Santoli

“Purtroppo, la nostra professione a volte comporta difficoltà e pericoli che causano conseguenze delle quali mai vorremmo leggere sui quotidiani, ascoltare per radio o vedere in TV”.

Queste le parole di Daniela Mulas, vicepresidente della Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani (FNOVI), per cui è rappresentante nell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli operatori sanitari, sulla morte di Chiara Santoli, la veterinaria 25enne di Rovereto schiacciata da una mucca giovedì scorso.

“È necessaria un’attenta riflessione su alcune modalità di lavoro – prosegue l’articolo, riportato sul sito della FNOVI – in un dibattito allargato che coinvolga tutto il mondo professionale, la società, i decisori politici affinché l’insicurezza non sia più un’opzione disponibile. Anche una sola vita persa è inaccettabile. E la dimensione del dramma si recupera se dietro i numeri si guardano le storie delle persone. È necessario l’impegno di tutti per costruire una cultura della sicurezza che fondi su una rete di responsabilità condivise, chiarendo i ruoli e rafforzando l’attività ispettiva”.

“Chiara, non ti sei limitata a tenerlo relegato nel cassetto, ma hai deciso di tirarlo fuori impiegando tempo, energie, impegno, speranze e una grande dose di coraggio per renderlo reale. Nonostante tutto questo, il tuo sforzo non è bastato”, conclude Daniela Mulas.

Nelle scorse ore ha ricordato la giovane veterinaria anche la vicesindaca del Comune di Rovereto, Giulia Robol, assessora all’educazione e alla città universitaria.

“La vita è un grande dono – scrive Robol -, non è un percorso ordinato e porta alla scoperta di sé stessi con tempi di maturazione spesso diversi. Ecco Chiara era una ragazza che quel percorso l’aveva costruito, maturato, passo dopo passo alla ricerca di un sogno, come ben ha ricordato il suo papà Giuseppe Santoli, dirigente dell’Istituto Fontana di Rovereto. Studi liceali, un percorso universitario impegnativo, la passione per la natura e gli animali, la determinazione di un indirizzo professionale dedicato, un modello da seguire, un esempio per i molti coetanei di cosa significhi con pazienza e determinazione costruire un percorso di vita, il proprio posto dentro una comunità. Non conoscevo Chiara direttamente ma conosco molto bene il suo papà che spesso di lei parlava come sono soliti fare i genitori che si confrontano sui propri figli e l’orgoglio traspariva come anche la felicità di sapere che Chiara aveva trovato la sua strada”.

“Questo – prosegue Robol – è un momento straordinariamente difficile, i genitori non dovrebbero mai sopravvivere ai figli e trovare le parole per esternare lo sgomento è quasi impossibile, voglio però trasmettere la mia più sincera vicinanza alla famiglia, alla mamma, alla sorella Giulia, al papà Giuseppe, con il quale ho condiviso comuni esperienze di partecipazione politica ed istituzionale nei tanti progetti che riguardano il mondo della scuola e della nostra comunità. Un Preside di scuola è un educatore, il suo sguardo è rivolto alla costruzione del domani, consolidando la formazione dell’oggi, egli tocca con mano gli umori, le fragilità dei tanti giovani nel loro percorso di vita e Giuseppe Santoli ha visto e formato tanti ragazzi con la passione, l’umanità e la fermezza che serve avere per fare questa professione così importante. Sono certa e spero che la nostra grande e generosa comunità scolastica e non solo si stringerà attorno al dolore della famiglia per condividere questa sofferenza, che solo lo spirito e il conforto della fede, forse, in parte potranno lenire. Le mie più sincere condoglianze”.

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