Università di Trento, sette dipartimenti riconosciuti tra i migliori in Italia

L’Università di Trento è al terzo posto degli atenei medi nella classifica Censis

Sette dipartimenti su dieci dell’Università di Trento sono stati riconosciuti tra i 180 migliori dipartimenti italiani dalla valutazione ministeriale Anvur.

Tra i sette dipartimenti che sono stati giudicati “di eccellenza” ben sei sono conferme. Si tratta dei dipartimenti di Psicologia e Scienze cognitive, Giurisprudenza, Ingegneria civile, ambientale e meccanica, Ingegneria industriale, Lettere e Filosofia, Sociologia e Ricerca sociale. Si aggiunge a questi il Dipartimento di Biologia cellulare, computazionale e integrata (Cibio).

Questa decisione porterà finanziamenti aggiuntivi, pari a 48,9 milioni di euro per il quinquennio 2023/2027, che vanno ad aggiungersi ai 55,5 milioni già erogati nel 2018. I nuovi finanziamenti andranno per il 70-80% a sostenere le spese in nuovo personale docente per ricerca e didattica.

L’Università di Trento è l’unico ateneo di medie dimensioni, in Italia, a ottenere più di due dipartimenti di eccellenza. Sono stati valutati altri 58 atenei italiani.

“È un risultato molto buono”, commenta il rettore Flavio Deflorian, che aggiunge: “Devo ammettere che le aspettative contemplavano un risultato peggiore, perché la competizione nazionale negli ultimi anni si è fatta sempre più agguerrita. L’altra volta erano stati otto i dipartimenti premiati. Questa volta sono sette. Ci aspettavamo forse risultati finali migliori da alcune aree e può darsi queste siano state penalizzate anche dalla valutazione sui progetti. Ma nel complesso siamo ancora una volta tra gli atenei italiani che registrano il tasso più alto di successo. Anzi, da un confronto che abbiamo fatto in queste ore, l’Università di Trento è l’unico ateneo di medie dimensioni che ha ottenuto più di due dipartimenti di eccellenza. I nostri veri competitor sono quindi soltanto gli atenei di grandi dimensioni“.

E sul finanziamento, prosegue Deflorian: “Le risorse che arriveranno sono importanti per il nostro sviluppo. Per il 70-80% verranno impiegate per l’assunzione di nuovo personale accademico per la didattica e la ricerca. Un segnale molto positivo per la qualità del nostro ateneo. Questo rende ancora più importante il nostro impegno a consolidare i costi generali che saranno conseguentemente in aumento e che non saranno coperti da questo finanziamento”.

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