Una giustizia che realizza salvezza

«Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». (Mt 3,15)

Domenica 8 gennaio 2023 – Battesimo di Gesù A – Anno C

Is 42,1-4.6-7; At 10,34-38; Mt 3,13-17

La liturgia ha sottolineato fin dall’antichità il legame fra tre episodi della vita di Gesù: la visita dei Magi, il battesimo al Giordano e le nozze di Cana. Questi tre episodi venivano chiamati le epifanie (= le manifestazioni) del Signore Gesù e sono tenuti insieme nell’antifona al Magnificat dei secondi vespri dell’Epifania: “Celebriamo questo giorno santo ornato con tre segni prodigiosi: oggi la stella ha guidato i magi alla mangiatoia, oggi l’acqua è stato fatto vino dall’acqua alle nozze, oggi Cristo ha voluto essere battezzato da Giovanni nel Giordano per salvarci, alleluia”.

Nell’Incarnazione del Figlio di Dio siamo stati accolti ed amati come figli anche tutti noi e su questo ci fa riflettere in particolare il battesimo di Gesù al Giordano.

La prima cosa che notiamo, leggendo la narrazione di Matteo, è la resistenza di Giovanni Battista, che vuole impedire a Gesù questa sua scelta di mettersi in fila con i peccatori: “«Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?» Ma Gesù gli disse: «Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia»” (Mt 3,14-15). Da un lato il Battista riconosce che Gesù non ha alcun bisogno di essere battezzato, dall’altro Gesù ricorda al Battista che entrambi devono sottomettersi al piano di salvezza che consiste proprio nella solidarietà del Figlio di Dio con i peccatori per salvarli. È nel conformarsi al piano del Padre che si compie la “giustizia” sulla quale tanto insiste l’evangelista Matteo nel corso del suo vangelo.

Nel battesimo al Giordano abbiamo quindi la manifestazione pubblica del significato della vita di Gesù di Nazaret e l’inizio della sua missione. Nel momento in cui Gesù esprime la sua solidarietà con i peccatori assumendo la propria vocazione e la propria missione di salvatore, i cieli si aprono, lo Spirito discende su di lui, il Padre rende la propria testimonianza al Figlio prediletto. Detto in altri termini si riallaccia il dialogo fra Dio e l’umanità, all’uomo viene riaperta la via dell’incontro con Dio e nel dono dello Spirito Santo viene condivisa l’esperienza di essere Figli di Dio, amati da Lui personalmente. E’ l’ammirabile scambio che si compie nell’Incarnazione! Questo ammirabile scambio si manifesta nel Battesimo di Gesù e si realizza nella sua Pasqua (passione, morte, risurrezione e dono dello Spirito). Infatti il battesimo sulle rive del Giordano indirizza proprio verso la Pasqua: l’espressione “Questo è il mio Figlio nel quale mi sono compiaciuto” richiama da vicino (nell’originale greco ma non più nella traduzione italiana) il canto del servo di Jahvè proposto come prima lettura: “Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto in cui mi compiaccio, ho posto il mio spirito su di lui” (Is 42,1). È il servo che porterà salvezza e liberazione a Israele ed a tutta l’umanità addossandosi i peccati di tutta l’umanità (Is 53,2-12).

Nella festa del Battesimo del Signore recuperiamo il senso della gratitudine verso Gesù Cristo per quello che ha fatto per noi e recuperiamo il senso della nostra partecipazione alla sua missione redentrice.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina