Ex Masera di Levico Terme, Italia Nostra: “Ultimo appello perché non venga distrutta”

La ex Masera di Levico Terme

Italia Nostra rivolge “un ultimo appello” alla Provincia di Trento e al Comune di Levico perché l’ex Masera venga riqualificata e messa in sicurezza anziché essere abbattuta.

“Italia Nostra è intervenuta più volte dal 2017 in difesa della Masera di Levico, a fianco di cittadini e associazioni culturali che pare comprendano il valore del patrimonio collettivo meglio di chi dovrebbe amministrarlo”, dichiara Manuela Baldracchi, presidente di Italia Nostra – Trentino. “A supporto anche dell’intervento del Fai, rivolgiamo ora un ultimo appello a Provincia e Comune perché non si produca un danno irreversibile alla collettività e si proceda urgentemente alla messa in sicurezza dell’edificio, avviando contemporaneamente un accorto progetto di recupero, obbedendo alle leggi che la Provincia stessa si è data”.

Italia Nostra fa riferimento alla legge urbanistica provinciale, la quale stabilisce che, “nella realizzazione di edifici da destinare a finalità di pubblica utilità, gli enti locali promuovono l’utilizzo del patrimonio edilizio esistente e, in particolare, di aree ed edifici degradati o dismessi”.

“Purtroppo, il braccio esecutivo della Provincia autonoma di Trento non tiene conto di quanto stabilito dal legislativo, le cui disposizioni pare siano ritenute di carattere ornamentale”, commenta Baldracchi, asserendo che “la Masera di Levico, di proprietà pubblica, è un caso evidente di violazione dell’articolo 18 della legge urbanistica e, in generale, dimostrano quanto la cultura del riuso sia sconosciuta alla pubblica amministrazione, saldamente ancorata al modello “usa e getta”: ciò che ha perso la sua funzione originaria non va recuperato attraverso un’attenta e intelligente riprogettazione, va trasformato in macerie da portare in discarica”.

Italia Nostra cita anche l’ex Cinema Città di Levico Terme: “Si arriva così al caso paradossale di Levico, dove per ospitare un centro sociale e culturale viene acquisito l’ex Cinema Città per abbatterlo e sostituirlo con un edificio completamente estraneo alla città storica, quando esiste un edificio pubblico abbandonato perfettamente adatto allo scopo, funzionalmente e simbolicamente: un’operazione culturalmente fallimentare e insostenibile sul piano ecologico, motivata da presunti vantaggi economici e funzionali”.

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