Università di Trento, mancano all’appello 4 milioni di euro

Mancano all’appello 4 milioni di euro nel bilancio unico dell’Università di Trento, relativo al 2022. Come già annunciato, per la prima volta il bilancio – discusso e approvato oggi – si chiude con un segno meno.

Lo sbilanciamento tra costi di funzionamento e ricavi complessivi si è formato già dal 2019, ma si è fatto via via più evidente. La cifra – aggiunge l’Università – avrebbe potuto essere ben più alta se non fossero intervenuti correttivi molto significativi all’andamento generale, per contrastare l’effetto incrociato dell’aumento dei costi della gestione corrente – in particolare quello legato alla crescita importante del personale dipendente – non accompagnati da altrettanti incrementi dei contributi al funzionamento dell’ateneo.

I prossimi investimenti delle risorse non vincolate dell’Ateneo andranno soprattutto nel settore dell’edilizia, ad esempio la costruzione e l’ammodernamento di laboratori e studi, intesa come fattore abilitante per accogliere e continuare ad attrarre personale per la ricerca e la didattica.

L’Ateneo ha registrato per questo un aumento dei trasferimenti di fondi ministeriali, legati anche al PNRR. Non sono cresciute, invece, le risorse ricevute dalla Provincia di Trento a sostegno di diversi settori, in primo luogo l’edilizia. Per permettere al nuovo personale di svolgere i progetti finanziati, l’Università di Trento ha quindi attinto a riserve di patrimonio non vincolate.

Dal bilancio emerge anche che l’ateneo continua a distinguersi per capacità di attrarre finanziamenti da terzi, confermando ancora una volta il grande potenziale del suo capitale umano impiegato nei vari settori disciplinari, nonché dalla capacità di partecipazione a bandi competitivi e competenza nella gestione delle procedure amministrative collegate alle istanze di finanziamento.

Nel dettaglio, proventi e costi operativi sono aumentati rispettivamente del 3,4% (+6,9 milioni) e del 7,7% (+14,8 milioni) rispetto all’esercizio precedente. Calano i proventi finanziari (-1,8 milioni), mentre risultano in aumento le imposte sul reddito d’esercizio (+0,5 milioni).

Gli aggregati più rilevanti tra i proventi operativi, che ammontano a 209 milioni, riguardano: proventi per la didattica, costituiti quasi esclusivamente dalla contribuzione studentesca, che calano rispetto dell’esercizio precedente (20,6 milioni -2,3%); proventi da ricerche commissionate e quelli da ricerche con finanziamenti competitivi (29,1 milioni +1,8%); contributi dalla Provincia autonoma di Trento (124 milioni) dal MUR (19,1) e da altri enti, per un totale di 154 milioni, in aumento del 4,7% rispetto allo scorso anno. La Provincia autonoma di Trento ha stanziato 36,07 milioni a copertura dei crediti pregressi (ben oltre i 30 milioni garantiti dal piano di rientro) portando ad una riduzione complessiva dei crediti verso la Provincia di 21,2 milioni. A questi si aggiungono proventi e oneri finanziari e straordinari per quasi 2 milioni.

Il totale dei costi operativi si attesta a 208 milioni di euro. L’aggregato è costituito per il 38,8% (70,4 milioni) da costi per la gestione corrente e per il 56,1% (116,8 milioni) da costi per il personale. In questa ultima voce, il costo del personale dedicato alla ricerca e alla didattica è di 84,2 milioni (+5,8% rispetto al 2021). Tale incremento è dovuto sia alle entrate di nuovo personale, sia alle progressioni interne. A questi si aggiungono le imposte sul reddito pari a 7,3 milioni.

A parziale copertura dei costi del personale, l’Ateneo ha registrato nell’anno finanziamenti per 20,2 milioni prevalentemente dal Mur per piani di reclutamento e nell’ambito dei Dipartimenti di eccellenza, nonché assegnazioni specifiche dalla Pat, e altri finanziamenti su convenzioni e progetti specifici.

I costi della gestione corrente (70,4 milioni ), evidenziano un significativo incremento dell’aggregato complessivo rispetto al 2021 (+16,3%), soprattutto dovuto agli aumenti nei costi per il sostegno agli studenti (costi per dottorandi, borse di mobilità e diritto allo studio +4 milioni) costi per spese di trasferta (+2,5 milioni), costi per la gestione degli immobili e delle utenze collegate, (+1,7 milioni) e altri costi legati a servizi a supporto dell’attività di ricerca (+0,9 milioni)

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