“Lupus in stabula”: i risultati della ricerca sul lupo

Sono stati pubblicati i primi risultati del progetto “Lupus in stabula: analisi delle dinamiche di predazione da lupo sul bestiame domestico in Trentino“, analisi coordinata dal MUSE in collaborazione con la Provincia autonoma di Trento, e finanziata dalla Fondazione Cassa Rurale di Trento, che aveva l’obiettivo di analizzare la presenza e il comportamento dei lupi sul territorio.

Indagando con approccio scientifico le situazioni e i contesti in cui si sono verificate le predazioni sul bestiame da parte del lupo nel territorio provinciale, la ricerca approfondisce diversi aspetti che caratterizzano il fenomeno: l’andamento negli anni, la distribuzione spaziale, il rapporto con le misure di prevenzione, i fattori gestionali che possono aumentare il rischio di predazione.

Dallo studio è emerso che in provincia di Trento, tra il 2013 e il 2022, si sono verificate 576 predazioni da lupo su animale domestico, con un totale di 2.256 capi coinvolti, tra feriti, morti e dispersi. La maggior parte degli attacchi si è verificata durante le ore notturne del mese di agosto. Gli animali maggiormente attaccati sono gli equini (asini in particolare) e gli ovicaprini, mentre i bovini sono la categoria meno colpita. Dall’analisi spaziale, invece, emerge che, nell’ultimo triennio, le aree a maggior impatto sono state Lessinia, Baldo, Bondone e Primiero.

“Questa ricerca – spiega la ricercatrice del MUSE Giulia Bombieri coordinatrice del progetto – serve non solo per fornire un’analisi aggiornata della problematica, ma anche per comprendere i fattori di rischio e studiare delle misure di prevenzioni adeguate“. È interessante e utile dal punto di vista gestionale notare che l’81% degli attacchi è avvenuto in assenza di opere di prevenzione funzionanti a protezione dei capi di bestiame. Lo studio fornisce inoltre una panoramica descrittiva delle opere di prevenzione erogate dalla Provincia autonoma di Trento e delle malghe presenti sul territorio provinciale. Sono 578 le malghe censite in provincia, di cui il 36% è dotato di almeno un’opera di prevenzione a protezione del bestiame dai grandi carnivori (lupo e orso). In 41 malghe è inoltre presente almeno un cane da guardia, nella maggior parte dei casi in combinazione con qualche tipo di recinzione.

In conclusione dalle analisi svolte emerge un quadro complesso, in cui l’impatto del lupo può essere di tipo diverso e risulta concentrato presso alcune aree e in particolare alcune malghe che presentano caratteristiche diverse tra loro sia dal punto di vista gestionale sia relativamente alla presenza del lupo.

Il primo prodotto del progetto è una relazione tecnico-scientifica, a cui faranno seguito ulteriori approfondimenti.

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