Assemblea Antirazzista, “il volontariato non dovrebbe supplire alle mancanze delle istituzioni”

“A ridosso della giornata del 3 febbraio, quando prenderà ufficialmente il via l’anno di Trento capitale europea del volontariato, vogliamo sottolineare che il volontariato non dovrebbe supplire alle mancanze delle istituzioni“. A scriverlo è l’Assemblea Antirazzista di Trento, che torna a parlare dell’accoglienza dei richiedenti asilo. I volontari dell’associazione stanno gestendo, fino al 4 febbraio, il dormitorio provvisorio allestito nella palestra delle ex Scuole Bellesini, dove sono ospitati 24 richiedenti asilo senza fissa dimora. Ha già chiuso le porte (lunedì 29 gennaio) Casa San Nicolò, messa a disposizione dall’Arcidiocesi di Trento il 31 dicembre.

“Siamo convinti assertori del ruolo attivo della società autorganizzata a vantaggio della comunità – scrivono i volontari -. Tuttavia, ciò dovrebbe rappresentare un’integrazione, non una sostituzione dell’ente pubblico. Quest’ultimo, infatti, ha il dovere di utilizzare i soldi pubblici per favorire l’eguaglianza delle possibilità e la coesione sociale. Oggi invece in Trentino i soldi pubblici sono usati per favorire interessi privati di singoli e clientele elettorali, mentre il rafforzamento del tessuto sociale è frutto, sempre più, di lavoro volontario”.

Secondo l’Assemblea Antirazzista, “nel caso del sistema di accoglienza provinciale tutto ciò è alquanto evidente: i tagli hanno ridotto drasticamente i servizi di inclusione sociale, al punto tale che gli enti gestori sono impossibilitati ad assumere un numero congruo di personale e chiedono alla rete solidale aiuto nei compiti ai minori e negli accompagnamenti in questura oppure a visite mediche. Ricordiamo che sulle migrazioni e quindi sull’accoglienza, in fin dei conti, si sperimentano politiche e gerarchie sociali che poi saranno estese all’intera società. Lo stato di abbandono istituzionale in cui versa l’accoglienza trentina è rivendicato come un successo politico. Facciamo però notare che, sottotraccia e senza tanto clamore, questo modus operandi si sta progressivamente allargando ad altri servizi essenziali e pertanto il tema della direzione intrapresa dalle politiche di welfare dovrebbe interessare l’intera società trentina. È fuorviante credere che nel welfare esistano vasi comunicanti: togliere risorse ed opportunità a qualcuno, non migliorerà i servizi e la vita ad altri”.

L’Assemblea Antirazzista domanda il “ripristino della corretta procedura di accoglienza delle istanze di asilo da parte delle istituzioni”; “l’individuazione di una dignitosa situazione abitativa per tutti i richiedenti asilo fuori accoglienza che non può più essere la Residenza Fersina, già in difficoltà per ragioni di sovraffollamento”; “il ritorno, quindi, ad un sistema di accoglienza diffuso su tutto il territorio provinciale”; “la realizzazione di un ostello pubblico per lavoratori e lavoratrici privi di alloggio“.

Inoltre, aggiungono, “come attivisti e attiviste dell’Assemblea Antirazzista Trento, sosteniamo l’esposto depositato dall’avv. Giovanni Guarini per l’Associazione Melting Pot che chiede di indagare sulle responsabilità della mancata accoglienza nel sistema provinciale di Abdeljalil Bendaoud, il giovane di 27 anni morto di freddo a Verona lo scorso 10 dicembre. Il ragazzo aveva manifestato la volontà di presentare domanda di protezione internazionale ed era stato inserito nelle liste d’attesa locali per un posto letto”.

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