Tisi: “Da don Vittorio il graffio del Vangelo”

“Il graffio è nel Dna del Vangelo, non si può non essere graffianti,  quando si frequenta ogni giorno il Vangelo, come ha sempre fatto don Vittorio”.  In queste parole dell’Arcivescovo Lauro Tisi la riconoscenza piena  della Chiesa trentina per la vita di don Vittorio Cristelli, durante il funerale celebrato questo pomeriggio nella gremita chiesa del suo paese di origine, a  Miola di Pinè, dove è poi stato sepolto. “Ringraziamo per il dono di don Vittorio, per la sua parola profetica, che ha saputo scuotere la nostra Chiesa in certi momenti, grazie alla profondità con cui sapeva leggere la storia. Dobbiamo riconoscere che non sempre la nostra Chiesa ha saputo cogliere fino in fondo le sue provocazioni”, ha detto all’inizio  l’Arcivescovo con il quale concelebravano altri 15 confratelli fra i quali l’ex direttore di Vita Trentina don Agostino Valentini e don Giorgio Maffei, parroco sull’altopiano.

Erano rappresentati i tanti mondi e le realtà in cui don Vittorio ha espresso i suoi talenti di sacerdote, educatore e formatore, giornalista e docente di etica professionale; ma anche assistente ecclesiale degli scout che gli hanno dedicato una preghiera dei fedeli e direttore della rivista dei cacciatori che lo hanno salutato con commozione.

Nell’omelia don Lauro ha detto che don Vittorio traeva forza e ispirazione dalla passione per il Vangelo, cogliendone domande  che la sua penna brillante rilanciava come graffi che non lasciavano indifferenti gli interlocutori. “Frequentava più il punto interrogativo che non l’esclamativo, ma questo attesta il suo essere stato discepolo di Gesù di Nazareth”, sottolineando le sue  provocazioni. “Il graffio è nel Dna del Vangelo, non si può non essere graffianti come don Vittorio si frequenta ogni giorno il Vangelo e quell’Eucaristia che lui ha sempre cercato anche negli ultimi anni”, ha aggiunto che “uomini come don Vittorio non ti lasciano in pace, vanno dentro i fatti e ti fanno pensare, dobbiamo avere nostalgia di uomini così!”  Ha sottolineato la sua fede granitica, la sua fraternità sacerdotale vissuta anche presso la Casa del Clero, la sua visione di speranza: “Le sue parole inquietavano ma invitavano alla speranza: mentre pungolava la sua Chiesa continuava a sperare in un futuro di bellezza per la sua Chiesa”. Avvicinandolo alle parole e alle azioni di don Tonino Bello, ha evidenziato  l’impegno contro gli armamenti, per il disarmo e una cultura della pace (“la guerra è la notte della ragione”, diceva don Cristelli negli anni Novanta) che ha alimentato con tanti incontri e tante iniziative”. L’ultimo ricordo personale quello dell’invocazione della mamma, negli ultimi mesi, come l’attesa di un ritorno, per una vita “pienamente compiuta”.

Lo hanno sottolineato alla fine della Messa nei loro interventi la nipote Lilia che ha letto il commovente testo della nipote Camilla, il sindaco di Baselga di Pinè, Alessandro Santuari, che ha parlato di don Vittorio come di “uno dei concittadini più illustri, grande uomo di coraggio, passione per la giustizia e servizio ai più deboli” e il direttore di Vita Trentina Diego Andreatta che, a nome di tanti colleghi amici, ha evidenziato alcune “scelte di fondo” nella testimonianza di don Vittorio.

Nel prossimo numero del settimanale un ampio resoconto del saluto della comunità trentina all’ex direttore di Vita Trentina.

 

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina