Makkox al Festival dell’Economia: “La satira vera è quella veramente informata”

“La satira vera è quella veramente informata. Continuo a credere che la satira vera la fa chi si informa tantissimo”. Ha regalato i suoi cartoon al Festival dell’Economia di Trento Marco Dambrosio, in arte Makkox, invitato dallo studio d’arte Andromeda e protagonista del panel “Makkox: la satira al tempo dei social”, durante il quale ha dialogato con il giornalista Mauro Meazza. Tra i fumetti di Salvini che diventa ministro dei trasporti in Giappone, dove quando i treni arrivano con qualche minuto di ritardo viene aperta un’inchiesta, o che viene ritratto in un momento di pausa dal lavoro, mentre si addentra nel Ministero dell’Interno, il suo “vero amore”, Makkox ha parlato con il pubblico di come intende la satira: non come dissacrazione, ma come riconoscimento della persona nella sua umanità e nelle sue stranezze, che la rendono quasi simpatica e buffa. “A me viene naturale così. Tendo a voler riconoscere una componente umana, anche quella più aberrante, anche dove colgo l’essere umano che sbaglia. È una cosa che mi viene istintiva”, ha spiegato, raccontando che “quando disegnavo Berlusconi mi dicevano che lo facevo simpatico. Ma a me ricordava mio zio truffaldino, che tra l’altro viveva a Milano. Non conoscendo personalmente Berlusconi, ci buttavo dentro mio zio. Anche perché a me disegnare il mostro mi spaventa, non mi interessa”.

Makkox ha ricordato come ha iniziato a fare satira: “Ho cominciato a farmi conoscere pubblicando sui social, non sui giornali. Quindi sono molto vicino a tutti coloro che provano a pubblicare vignette sul web. Non la vedo come una concorrenza, ma come una ricchezza. Anzi. Se qualcuno ha pubblicato qualcosa che vale, la mostro in tv”. La riconoscibilità, però, ha spiegato l’artista, “viene con il tempo. Nella produzione la tua mano trova una sintesi, e diventa il segno personale riconoscibile. Viene mano a mano, lavorando, disegnando. Non credo neanche che uno la cerchi”.

Makkox ha raccontato di aver iniziato a fare questo lavoro tardi, nel 2007 (oggi ha 60 anni). “Ha contato di più il fatto che io sia arrivato come persona matura, con un mio bagaglio di humor praticato ed affinato. E in quel momento mi sono trovato avvantaggiato rispetto a molti che iniziavano. Ho iniziato ad essere pagato per quello che facevo nel giro di un anno, perché avevo maturato una conoscenza della politica e un mio humor”. E sulle polemiche scatenate dalla risposta del ministro della cultura Alessandro Giuli ad Elio Germano, che ha chiesto maggiori investimenti nella cultura, ha detto: “Nel momento in cui vai a mettere sulla bilancia l’investimento nella cultura e il ritorno economico stai sbagliando. Perché quello che vai a fare è un investimento nel welfare”.

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