La provincia di Trento è quarta in Italia per indice del benessere dei bambini fino ai 14 anni e terza per indice di benessere degli anziani. Sono i dati relativi al Trentino della classifica del Sole 24 Ore su bambini, giovani e anziani presentati in occasione del panel “Bambini, giovani, anziani: la qualità della vita nei territori” che si è svolto a Palazzo Benvenuti, a Trento, nella giornata conclusiva del Festival dell’Economia. “In questo Paese si sta determinando un iceberg demografico”, ha spiegato la giornalista del Sole 24 Ore Michela Finizio, la quale ha annunciato la pubblicazione di tutti i dati sull’edizione di domani del principale quotidiano economico italiano. “Siamo arrivati a una longevità di 83,4 anni in media. L’invecchiamento della popolazione ci porterà entro dieci anni ad aumentare la popolazione anziana e a diminuire drasticamente quella dei bambini. E al sud ci sarà anche una contrazione del dieci per cento della fascia dei giovani”.
La giornalista Monica Casadei ha annunciato i primi posti della classifica: “La provincia di Lecco vince per qualità della vita dei bambini fino ai 14 anni. Per i giovani invece si conferma Gorizia, e per gli over 65 a vincere è Bolzano, scalzando Trento, che vinceva l’anno scorso. Bolzano è anche la seconda classificata per la qualità della vita dei giovani”.
Al panel è intervenuto anche il direttore della Caritas italiana don Marco Pagniello. “La nostra – ha spiegato – è una lettura della realtà dal basso. Sono più di 6mila i Cedas (Centri di ascolto e di servizio) che ogni registrano una realtà che conferma quanto ci stiamo dicendo: le povertà che registriamo e che accogliamo rischiano di formare dei ghetti all’interno delle nostre comunità”. Don Pagniello ha parlato di una triplice sfida, che riguarda i bambini, i giovani e gli anziani. La prima è quella che riguarda i bambini fino ai 3 anni: “Le spese dei minori pesano molto sul bilancio familiare. Incidono molto, insieme al tema del lavoro povero e dalla mancanza di servizi nel territorio. Lo abbiamo visto durante il Covid quando, con la chiusura delle scuole, tanti minori del sud Italia non riuscivano ad avere almeno un pasto buono al giorno. Minori che rischiano di rimanere appiccicati alla povertà. In un nostro rapporto abbiamo chiamato la povertà minorile come una ‘povertà dai pavimenti appiccicosi’, una povertà ereditaria. Questa povertà che si può ereditare in Italia evidenzia la mancanza di un ascensore sociale. Nonostante i meriti e i talenti dei giovani si è costretti a rimanere in quello stato di povertà. Gli immigrati sono quelli che arrivano ai nostri servizi anche per più di cinque anni di seguito: questo vuol dire che un giovane immigrato che arriva in Italia fa tanta fatica”.
Ma il direttore di Caritas italiana ha voluto soffermarsi anche sulle fragilità degli anziani: “Un ultimo dato sugli anziani, perché è qualcosa che mi allarma tanto. Gli anziani che si rivolgono a noi sono in aumento, anche se sono ancora pochi. E questa, se guardo ai dati, sarà l’emergenza del futuro. Anziani che lasciano l’Italia per andare in altri Paesi europei dove si sta meglio. Anziani che rinunciano alla cura. Anziani che se non hanno casa sono anche quelli che hanno bisogno del nostro sostegno con gli aiuti alimentari. E poi la nuova povertà che registriamo per loro, che è la solitudine. Sono soprattutto quelli del nord che vengono nei nostri centri di ascolto perché hanno semplicemente bisogno di parlare. E frequentano le nostre mense perché così non sono soli a casa”. Importante, ha aggiunto don Pagniello, è il lavoro di comunità: “Al di là dei patti istituzionali, credo che sia importante tornare a lavorare con le comunità, che si prendono cura degli anziani, dei giovani e dei minori. Ed è importante anche uscire fuori dalla logica del progettificio. Adesso si rincorre il progetto per poter dare continuità, e invece c’è bisogno di scelte che durino nel tempo”. Infine, un altro appello del direttore di Caritas italiana: “Se vogliamo dare futuro ai giovani cominciamo a consegnare loro il presente”.
Ha preso infine la parola la direttrice ricerche di Save the Children Italia Raffaella Milano: “La più grande ingiustizia di questo Paese è che i servizi sono più poveri dove c’è maggiore povertà. Don Milani diceva che la più grande ingiustizia è fare parti uguali tra diseguali. Ma qui neanche uguali le facciamo”, ha detto Milano. E sul Pnrr, ha aggiunto, “se non equilibra, abbiamo perso un’occasione storica”. Uscirà domani sul Sole 24 Ore anche una ricerca sugli adolescenti curata con Save the Children. “Serve un’attenzione strutturale e continuativa su questa fascia d’età”, ha concluso Milano. “Qualcuno parlava di come è stato dimenticato presto il Covid. Eppure noi ancora adesso vediamo le conseguenze di aver dimenticato questa fascia d’età in tutta l’emergenza Covid, in cui il problema era quando aprire i negozi, non le scuole. Dare voce a questi ragazzi è estremamente importante anche per noi adulti”.