Immaginate di mettere insieme un bel gruppo di persone decisamente in là con gli anni, perfino qualche novantenne e anche quasi centenari, altre persone con disabilità fisica o mentale, normodati in riva al lago di Garda, alle prese con tavole da windsurf sia a terra, con il simulatore, sia in acqua e avrete la fotografia di quanto accaduto nei giorni scorsi a Torbole.
Qui, presso il SurfSegnana, si è rinnovato quello che accade sempre ad ogni occasione di incontro promossa dal progetto “Marco ITA 108 Lo Sport Unisce”, ideato dal campione trentino di windsurf Marco Aggravi e ormai conosciuto da anni in tutta Italia (se ne è parlato anche in occasione dell’ultimo Giro d’Italia, nel corso della diretta della corsa rosa sulle strade trentine): alle prese con la comune difficoltà di prendere confidenza con un attrezzo inusuale e sconosciuto come la tavola da surf le reciproche differenze passano decisamente in secondo piano; e anche le potenziali barriere che potrebbero frenare la relazione e l’incontro piano piano si abbassano. Merito anche, sottolinea Marco Aggravi, della squadra di generosi volontari (Ely, Elvira, Sara, Denis, Antonella e Aquila Mahapjya Wambli “che ci permette con le sue foto bellissime di testimoniare questi momenti di vita vera e di amore infinito”), così come di Beatrice e Debora e, in questo caso, anche della direzione, degli operatori e degli ospiti della A.P.S.P. di Brentonico. Questi ultimi, in particolare, si sono messi in gioco cimentandosi senza timore chi con la tavola da surf, chi con la canoa, traendone grande soddisfazione e divertimento.
“La parola d’ordine come sempre era inclusione attraverso lo sport e cosa più bella non poteva esserci”, afferma convinto Aggravi. “Vedere persone della terza età di 97 anni collaborare con persone con disabilità e persone normodotate è stata una gioia. Abbiamo vissuto momenti di felicità, amore, spensieratezza, libertà, sorrisi infiniti, complicità, commozione, fratellanza, sempre senza perdere la dignità è il rispetto. Poi per pranzo abbiamo organizzato una tavolata di 40 persone come una vera famiglia, abbiamo cantato, ballato, ci siamo abbracciati e ci siamo tutti coccolati senza nessuna barriera”.