Cima Falkner, ancora circa 100mila metri cubi di roccia instabile

Gli eventi di crollo che hanno interessato Cima Falkner tra fine luglio e inizio agosto hanno rimosso una buona parte delle porzioni instabili. “Tuttavia – si legge nella relazione tecnica del Servizio geologico della Provincia di Trento – dai sopralluoghi effettuati è emerso che permangono ancora volumi di roccia instabile, per un totale complessivo superiore a 100mila metri cubi. La presenza di materiale instabile è confermata da una serie di crolli di singoli blocchi, osservati e uditi sia durante i sopralluoghi sia da persone presenti nelle vicinanze nei giorni successivi”.

Il collasso del primo agosto, con un volume stimato di oltre 550mila metri cubi di roccia – che è seguito al primo crollo avvenuto il 27 luglio, pari a circa 36mila metri cubi – ha modificato radicalmente il profilo della montagna. Il nuovo assetto della cima non permette di escludere ulteriori evoluzioni del fenomeno.

L’area individuata tramite apposite analisi come potenzialmente interessabile da eventuali ulteriori crolli ricomprende sia il versante orientale della vetta dove si colloca il tracciato della ferrata delle Bocchette “Alfredo e Rodolfo Benini” (sentiero SAT n. 305), sia il versante occidentale dove è ubicato il Vallone di Vallesinella, sia i versanti montuosi presenti nelle immediate vicinanze dell’area di distacco dove si trovano numerose vie alpinistiche.

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