A Cles le opere di Giorgio Wenter Marini, genio eclettico del Novecento trentino

Venerdì 31 ottobre 2025 alle ore 18.00, nei prestigiosi spazi di Palazzo Assessorile a Cles, aprirà ai visitatori la mostra antologica “Giorgio Wenter Marini. Un genio eclettico del Novecento trentino tra pittura, architettura, grafica e arte applicata”, organizzata dal Comune di Cles con la curatela di Warin Dusatti e Marcello Nebl e il patrocinio dell’Università Iuav di Venezia.

L’esposizione nasce da quella dedicata a Bartolomeo Bezzi, ospitata nel 2023 nelle stesse stanze: noti, infatti, sono gli stretti rapporti intercorsi tra il grande maestro del tardo Ottocento e lo stesso Wenter Marini, che nel 1929 realizzò la tomba di Bezzi a Cles e pochi anni prima, nel 1924, il graffito a lui dedicato sulla facciata di Palazzo Dal Lago di via Trento. Sua è anche la collaborazione alla monografia del 1956 dedicata a Bartolomeo Bezzi nella Collana di Artisti Trentini curata da Riccardo Maroni, caposaldo e base imprescindibile per la conoscenza dell’arte trentina.

La rassegna si compone di più di 90 opere d’arte pittorica, bozzetti, stampe, oggetti di arte applicata e progetti architettonici che, come illustrato dal curatore Warin Dusatti, coprono tutta la vita di Giorgio Wenter Marini a partire dal periodo dei primi studi alla Scuola Reale Elisabettina di Rovereto, passando per le giovanili sperimentazioni che guardavano a Giovanni Segantini, fino ad arrivare all’ultimo periodo veneziano. La selezione evidenzia quanto da un lato l’ambiente espressionista europeo – che Wenter Marini ha frequentato nella prima parte della sua formazione a Vienna e Monaco – e dall’altro il clima culturale romano nell’immediato dopoguerra, si siano fusi con originalità influendo sulla sua produzione artistica e sulla sua visione in grado di spaziare liberamente tra nord e sud. Numerose incisioni, bozzetti e progetti architettonici, alcuni dei quali riferiti a monumenti delle Valli di Non e di Sole, provengono dal Fondo Wenter Marini, conservato nell’Archivio Progetti dello Iuav di Venezia, ente che partecipa fattivamente alla mostra grazie alla collaborazione della conservatrice e archivista del Fondo, Antonella D’Aulerio.

“Questa esposizione nasce dal forte legame che Wenter Marini aveva stretto con Bartolomeo Bezzi, visto come guida morale e maestro artistico – ha spiegato il curatore Marcello Nebl –. Il monumento funebre per la tomba di Bezzi al cimitero di Cles racchiude tutto l’amore di Wenter Marini per l’architettura, la pittura, la grafica. Parliamo infatti di un artista eclettico, di cui abbiamo voluto raccontare la storia pittorica, inframezzandola con alcuni focus specifici”. L’allestimento clesiano vede infatti esposte, in ordine cronologico, le più significative opere pittoriche di Giorgio Wenter Marini; queste ultime costituiscono l’ossatura della mostra, una struttura portante attorno alla quale si sviluppano quattro sezioni principali e diversi focus in grado di approfondire la caratteristica multidisciplinarità e i tratti eclettici dell’artista.

Nella sezione “L’opera di divulgazione ed i legami con il territorio” vengono presentate le pubblicazioni storico artistiche e la passione per la critica d’arte, nonché gli interventi di riflessione civile ed i frequenti contatti non solo con gli amici artisti ma anche con figure quali Riccardo Zandonai, don Antonio Rossaro e Ernesta Bittanti Battisti. Le altre tre sezioni – “Giorgio Wenter Marini architetto”, “Incisione e grafica”, “L’insegnamento e l’arte applicata” – permettono di dare al visitatore un quadro ampio della produzione dell’artista, dalla progettazione architettonica e di interni fino alle opere d’arte applicata che non è mai semplice complemento, ma vero e proprio laboratorio progettuale.

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