Lunedì 7 luglio, negli spazi del Centro Giovani di Vigolo Vattaro aprirà “Àncora”, uno sportello di aiuto offerto alle persone con una malattia oncologica e ai loro caregiver curato dall’associazione Pronti qua odv, nata nel 2020 proprio sull’Altopiano della Vigolana. Lo sportello, che sarà curato dalla psicologa Anna Cavedon, è stato presentato alla cittadinanza venerdì 20 giugno alle 20.30 al secondo piano del Centro Giovani, grazie alla collaborazione con l’Appm.
“Pronti qua odv ha già due progetti simili a Trento”, ci spiega Franca Bonvecchio, che segue l’iniziativa per conto dell’associazione. “Il primo è rivolto ai pazienti con un tumore cerebrale e ai loro familiari, e trova spazio nel reparto di neurochirurgia dell’ospedale Santa Chiara. A seguirlo, grazie ad una borsa di studio che copre quindici ore a settimana, è lo psicologo Giacomo Bailoni. Il secondo, invece, è rivolto alle famiglie dei pazienti con un tumore, ed è seguito dalla psicologa Anna Cavedon presso lo studio Althea”.
La seconda iniziativa verrà replicata anche nel territorio dell’Altopiano della Vigolana, che fin dall’inizio ha sostenuto le attività di Pronti qua odv. “L’associazione – racconta Bonvecchio – è nata nel 2020 in memoria di mio fratello Roberto, che ha avuto la sfortuna di incontrare sulla sua strada un tumore cerebrale. Roberto era una persona molto socievole, attiva in mille associazioni di volontariato. Era anche un donatore di Admo. L’associazione si chiama ‘Pronti qua’ perché, quando lo chiamavano, lui rispondeva sempre così. Quando serviva una mano era sempre disponibile”.
Pronti qua odv conta oggi più di 50 soci, e in tre anni ha incontrato una sessantina di persone che affrontano una malattia oncologica e di loro familiari. Un’esperienza che ha permesso ai volontari di comprendere appieno la necessità di uno spazio di ascolto non solo per chi vive la malattia, ma anche per chi si trova vicino ad una persona che affronta un tumore. “È molto diffiile che un caregiver si prenda del tempo per sé, per parlare della propria paura e delle proprie difficoltà con qualcuno che è esterno alla famiglia o che non è coinvolto emotivamente nella situazione”, spiega Bonvecchio. “Il caregiver difficilmente si rivolge al malato facendo emergere le sue emozioni. E però le sente profondamente. Ci sembra giusto che ci sia uno spazio perché impari a prendersi del tempo per sé. Non si tratta di tempo rubato. L’esperienza infatti ci dice che, soprattutto quando parliamo di malattia oncologica, prendersi i propri spazi sembra equivalere a rubare spazio alla persona malata. Non è così. È difficile parlare delle proprie difficoltà. Lo è per la persona malata e lo è per il familiare. Ci vuole tanto, tanto ascolto”.
Lo sportello di Vigolo Vattaro, a disposizione dei residenti nell’Altopiano della Vigolana, offrirà tre incontri gratuiti a persona, che diventano cinque nel caso in cui ad usufruire del servizio sia una famiglia. “Lo abbiamo chiamato ‘Àncora’ perché offre un sostegno in quel mare in tempesta che è la malattia. Ma ancora può essere letto anche come avverbio: vogliamo fornire ancora un altro servizio, esserci ancora per chi ne ha bisogno”, conclude Bonvecchio.