Il rifugio San Pietro fa 90!

Foto © Gianni Zotta

Di lassù si gode uno dei panorami più belli ed emozionanti di tutto il Trentino. La quota non è elevatissima, siamo ad appena mille metri d’altezza, ma quando si arriva sui grandi prati del Monte Calino quel che si vede più in basso riempie il cuore: il Garda, l’immensità azzurra e orizzontale che si insinua tra la grigia roccia della Rocchetta e le verdi pendici del Baldo.

E poi Riva, il suo cuore antico fatto di tetti rossi attorno all’Apponale e al porto. Arco, distesa a ventaglio sotto la rocca, e tutte le altre bellezze del territorio altogardesano che dal rifugio San Pietro si abbracciano in uno sguardo.

Sabato 27 giugno, a due giorni dalla ricorrenza dei Santi Pietro e Paolo e della Messa che viene celebrata ogni anno sotto il portico della chiesetta dedicata a San Pietro, la Sat di Riva ha raccolto amici, soci e autorità per ricordare così i primi novant’anni del rifugio San Pietro, inaugurato ufficialmente il 29 giugno 1930 e tappa del Sentiero Frassati del Trentino.

Una cerimonia volutamente per pochi, perché di questi tempi anche in montagna bisogna evitare gli assembramenti e di gente che vuole bene e quel rifugio e ama quel luogo, in Busa ce n’è proprio tanta. Quel giorno di novant’anni fa erano in duemila a far festa per il nuovo luogo di ritrovo. L’altro giorno poche decine di persone hanno potuto celebrare la ricorrenza. Tra loro anche il sindaco di Riva Adalberto Mosaner, il sindaco di Tenno Giuliano Marocchi, la vicepresidente della Sat centrale Elena Guella, la vicepresidente della Sat di Arco Laura Ceretti e il vicecomandante dei Vigili del Fuoco di Riva del Garda Marco Menegatti, oltre ovviamente al presidente della Sat rivana Giorgio Galas e a una folta rappresentanza del consiglio direttivo.

Dopo la Messa il presidente Galas ha presentato ufficialmente il volume di 56 pagine che il sodalizio rivano ha voluto realizzare proprio in occasione dell’importante traguardo dei novant’anni del rifugio, ora gestito da Andrea Berteotti. “Un volume in gran parte dedicato alla ricostruzione storica degli eventi che portarono alla nascita e allo sviluppo del rifugio San Pietro, un tuffo nel passato lontano e più recente reso possibile grazie al fondamentale contributo dello storico rivano Mauro Grazioli”, fanno sapere dal direttivo.

Nel volume viene ripercorsa la storia del rifugio dalle intenzioni, da quando cioè emerse alla fine degli anni Venti la volontà di aprire un riferimento anche sul Calino, dopo il “Pernici” a Bocca Trat, fino ai giorni nostri. Raccontando i lavori fatti già negli anni Quaranta, la popolarità del Dopoguerra e degli anni Sessanta, la definitiva acquisizione della proprietà da parte della Sat rivana nel 1962, con il contratto per 200 mila lire (questo il prezzo del rifugio) firmato con la Parrocchia di Tenno. Poi le frequentazioni, l’amore per questo luogo che provava il Floriani e il ricordo di chi per ben 32 anni ha gestito e fatto crescere il rifugio, cioè Enzo Bacon Santoni, scomparso l’anno scorso. Più avanti, quando sarà possibile, la Sat organizzerà una festa per tutti al rifugio San Pietro.

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