Il trial che include

Corre con una maglietta speciale regalatagli dai pompieri: “Miki” è testimonial dei Vigili del Fuoco di Trento

È di Roveré della Luna e si chiama Michele Oberburger il primo ed unico ragazzo autistico in Europa, se non addirittura nel mondo, a gareggiare con una moto da trial. Che poi, a neppure 15 anni (è nato, infatti, il 30 dicembre 2003), sia anche un campioncino, poco importa. Almeno ai suoi genitori.

“A me interessa che si diverta, che faccia sport e che ci sia inclusione sociale. Perché il trial è uno sport, non una terapia”, ha sottolineato il padre Roberto, presidente di A.G.S.A.T. (l'Associazione Genitori Soggetti Autistici del Trentino che si occupa di circa 1.500 persone), nella caserma del Corpo permanente dei vigili del fuoco di Trento, dove, lo scorso 27 giugno, “Miki” ha ricevuto la maglietta dei pompieri, per i quali – tra mezzi ed attrezzature – ha una vera e propria passione.

Maglietta che il giovanissimo trialista rotaliano sta già utilizzando come divisa durante le gare, nelle quali – dopo aver superato la visita di idoneità sportiva ed ottenuto la licenza nel 2016 – continua a dimostrare una grandissima capacità di concentrazione.

“Il bello del trial è questo: non c'è velocità, ma richiede forza fisica ed intelligenza. Devi pensare ed essere concentrato. Se mio figlio fosse ripiegato nel suo mondo, con la moto Beta Evo 125 si cappotterebbe. E dire che, all'inizio, ero proprio io a non volere che corresse, ma sbagliavo”, ha spiegato Oberburger.

A convincerlo è stata un'amica di famiglia, l'ex pluricampionessa italiana della specialità Deborah Albertini.

“Sette anni fa, Michele aveva appena imparato ad andare in bicicletta. Deborah ha insistito affinché salisse anche su una moto, ma a me – a causa della sua patologia, del suo essere non verbale e di tanti altri problemi – non sembrava una buona idea”, ha affermato Oberburger. “Invece ad Egna, al debutto con il trial, mio figlio ha pronunciato, emozionandomi, le prime parole della sua vita: 'Scotta, scotta, scotta', dal momento che appunto si era scottato”.

Da allora, a rimanere “scottati” sono stati solamente i suoi avversari, visto che Michele si è messo sempre più in luce, vincendo – con i colori del Trial Team Südtirol di Aldino – il “percorso nero” della classe Juniores C1 del Trofeo Master Beta 2017, oltre a farsi valere nel Campionato italiano. E quest'anno prenderà parte pure ad un paio di gare di Urban Trial.

“In realtà tutti i piloti lo aiutano, il che non è scontato in altri sport. Dietro, inoltre, c'è un lavoro d'équipe. Sono tante le persone che ci sono state e ci sono vicine, comprese le istituzioni: dal presidente della Provincia, Ugo Rossi, a Trentino Sviluppo, che ci sponsorizza”, ha fatto notare Oberburger. “Ognuno, durante il percorso di mio figlio, ha dato il suo contribuito, pezzo dopo pezzo, come in un puzzle. Se ho scelto di far correre Michele con la maglietta dei Vigili del Fuoco è proprio perché – aiutando il prossimo, senza distinzione – i pompieri sono un altro esempio di inclusione sociale”.

Non a caso, il 2 aprile scorso, alla Giornata mondiale della consapevolezza dell'autismo indetta dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, ha partecipato pure il Corpo permanente di Trento.

“È una sensibilità che abbiamo nel nostro DNA e che manifestiamo anche fuori dall'emergenza. Cose che ci costano poca fatica. Con Roberto e Michele Oberburger c'è un rapporto di amicizia e di collaborazione continua. La maglietta è un riconoscimento alla passione del ragazzo sia per noi pompieri sia per il trial”, ha dichiarato Ivo Erler, sostituto dirigente del Servizio antincendi e Protezione civile.

Grande sensibilità la sta dimostrando pure il Comitato Provinciale della Federazione Motociclistica Italiana. “Michele è un tesserato a tutti gli effetti. Le sue abilità superano le sue disabilità. Oltre a supportare l'A.G.S.A.T., noi adesso vogliamo creare una categoria ad hoc che gli permetta, una volta uscito da quella standard, di continuare a correre. Siamo fortunati ad avere al nostro interno una persona speciale come lui”, ha chiosato Nicola Versini, massimo dirigente della FMI di Trento.

Parlare – parafrasando la presidente del CONI locale Paola Mora – di “sport quale 'motore' di inclusione sociale” è quanto mai appropriato, insomma.

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