Strembo: allevamento, salumi e turismo

Nel XII secolo si trova un de Strambo e poi un in loco Strambi e più tardi in villa Strembi. Il toponimo è latino e deriva da Stambius. Nel Medioevo la Valle Rendena e anche il piccolo Comune di Strembo sono aggregati al Principato vescovile di Trento. Risale ad allora la prima menzione documentata (1194). Parte della “Gonfalonia di Rendena”, Strembo seppe mantenersi libero benché feudo dei conti d’Arco. L’economia tradizionale è quella silvo-pastorale e famose erano (e sono) le manze della razza locale “Rendena”. A Strembo erano specialisti i salumieri, attività affiancata dall’industria del legname e arricchita da un buon flusso turistico. è sede del parco Adamello-Brenta. La chiesa, costruita nel 1537 e riedificata nel 1844, reca una pala d’altare del 1854 del pittore d’Andreis. Il campanile crollato nel 1926 fu ricostruito nel 1928.

Lo stemma originale è di epoca fascista (3 aprile 1930) e allude al paesaggio e alla fauna locale. Su campo in oro reca un camoscio su un monte verde a tre cime. Ornamenti esteriori di Comune legati da un nodo azzurro con cocche e nastri.

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