Martino Lorenz, scultore di montagna

Fra le professioni artigiane svolte prevalentemente in montagna, è forse la più antica e affascinante. Lo scultore dà forma ad un’idea, ricavando talvolta un’opera d’arte dal legno, formidabile risorsa del bosco. Autodidatta, formato nelle botteghe artigiane o nelle scuole professionali. È creativo ma deve essere anche forte, perché lavora quasi sempre stando in piedi. Conosce la tecnica dell’intarsio, esegue decorazioni di mobili, scolpisce “pezzi unici” su commissione. In Trentino è rinomata la scuola d’arte di Pozza di Fassa, dove si sono formate generazioni di artigiani.

Martino, che tipo di legno usi per scolpire?

Posso usare vari tipi di legno, fra quelli più noti: tiglio, castagno, noce, acero… Ma oltre al legno utilizzo anche altri materiali, soprattutto il gesso, l’argilla, le fusioni in bronzo, il cemento. Ho capito che anche nella scelta dei materiali, come nell’espressione, non bisogna avere limiti.

Quale legno è più facile da lavorare? E il più difficile?

Per un legno tenero, facile da lavorare, consiglierei il legno di tiglio o il legno di pino-cimbro. Di difficili ce ne sono tanti, penso soprattutto all’ebano, il legno più rigido che c’è al mondo.

Tutte le sculture che progetti ti riescono?

È la stessa domanda che avevo fatto anch’io ai miei maestri di scultura. Se tu  fossi soddisfatto per ogni lavoro che fai – mi risposero – probabilmente ad un certo punto non faresti più
niente. Ho sperimentato che è proprio così.

Quando vedi un pezzo di legno sai già che modello fare?

La procedura forse più classica è quella di interpretare le linee che può suggerire la forma del legno dell’albero o della radice. Mi sembra però un concetto superato: secondo me deve prevalere la tua idea di artista e non quella suggerita dall’elemento naturale.

La scuola ti è servita, in che misura?

Sicuramente ti dà una conoscenza culturale importante e le fondamentali basi tecniche. Da sola però non può bastare.

Fai più sculture reali o fantastiche?

Io le chiamerei fantastiche, perché nascono sempre dalla mia fantasia, da una mia ricerca personale.

La gente ammira spesso le tue sculture?

Sì, la zona in cui vivo è frequentata da molti turisti, anche stranieri che possono visitare la mia bottega. Io preferisco però esporle in ambienti adatti – anche in altre città – come un palazzo, una galleria o mettiamo anche un museo, un luogo più adatto a raccogliere l’arte.

Perché hai scelto di fare lo scultore e non altri mestieri?

La mia non è stata una scelta, ma è stata quasi un’esigenza fisica. Sentivo forte dentro di me il bisogno di creare qualcosa.

Ti piace lavorare in val di Fassa?

In parte sì, in parte no. Da una parte mi piace vivere in un ambiente naturale splendido, dall’altra mi disturba l’invasione turistica dei mesi estivi e invernali, che ha portato una certa ignoranza e disaffezione rispetto alle espressioni della cultura autentica.

Quale attrezzo usi di più?

Per abbozzare le sculture di grosse dimensioni su legno uso la sega elettrica o la sega a motore. Poi gli altri attrezzi come gli scalpelli, le raspe, le patine.

È importante conoscere bene la materia?

Certo, perché la materia ti può riservare delle sorprese, ad esempio le spaccature nel legno o le venature nella pietra. Il bronzo se non ha le patine protettive potrebbe corrodersi con il tempo… devi fare sempre delle valutazioni sui materia.

Qual è la scultura che ti ha dato più soddisfazione?

L’incarico di realizzare il monumento a Fausto Coppi situato al valico del Passo Pordoi, un’opera in bronzo inaugurata nel 2000.

Come dobbiamo immaginarla, ce la puoi raccontare?

È un altorilievo sinusoidale basato su un appoggio in dolomia che richiama le nostre Dolomiti. Nella scena vediamo le gesta del grande ciclista; ho cercato di interpretarne il gesto atletico.

Un consiglio per chi vuol fare lo scultore?

Sentire ciò che si vuole soprattutto dentro noi stessi, scavare dentro di noi per scoprire esattamente che cosa siamo e che cosa vogliamo esprimere.

Intervista realizzata dagli alunni della V C della scuola elementare Clarina di Trento

La scheda:

Nome: Martino

Cognome: Lorenz

Segni particolari: Fassano di Canazei, è scultore del legno (e non solo)

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