Padre Mario e gli scalini di Santa Teresa

In un libro il sacerdote martire trentino a confronto con la “missionaria” di Lisieux

Una lampada sempre accesa, una luce che illumina e accompagna nel buio della notte, una presenza viva simile ad un gufo, animale notturno che resta sveglio quando gli altri dormono e vede ciò che gli altri non distinguono. Ma padre Mario Borzaga è soprattutto fratello e compagno di viaggio che protegge, aiuta e conforta come hanno testimoniato gli amici riuniti nell'assemblea annuale dell'associazione "Amici di padre Mario", svoltasi sabato 13 maggio nell'oratorio di S. Antonio a Trento.

"Quest'anno si celebra il 60 anniversario di sacerdozio dei compagni di classe del Seminario di Trento e desidero ringraziarli perché è per merito loro che è stato possibile far conoscere Mario. L'anno in cui avrebbe festeggiato i 25 anni di sacerdozio, 44 sacerdoti si sono riuniti per ricordarlo e a partire da quella messa è emerso il desiderio delle persone di saperne sempre di più", ha detto la sorella Lucia, esprimendo gratitudine per l'approfondimento della conoscenza della vita di padre Mario avvenuta con la pubblicazione del diario e di alcuni libri.

"Ognuno di noi ha la sua strada da percorrere nella vita e lungo il percorso può incontrare compagni di viaggio che lo aiutano, alcuni in carne e ossa, altri lontani nello spazio e nel tempo, ma vicini come Teresa e Mario che sono ancora oggi luce per i nostri passi", ha esordito suor Chiara Curzel presentando l'ultimo, "Il vantaggio di essere piccoli" (Ancora, 2016), frutto del lavoro di Maria Cristiana del Crocifisso, monaca carmelitana attualmente nel Monastero "Mater Carmeli" di Biella, che ha messo a confronto la spiritualità e "l'abbandono in Teresa di Lisieux e Mario Borzaga", come recita il sottotitolo del volume.

"Ciò che conta è con chi si decide di camminare e come, e loro ci insegnano a farlo con il Signore e attraverso tre atteggiamenti racchiusi in tre parole chiave, fede, fiducia e abbandono, che guidano nel cammino umano verso la santità dando gusto alla nostra vita".

La riflessione di suor Maria Cristiana è imperniata proprio su questi tre scalini e l'itinerario proposto nel libro, arricchito da un testo di Lucia Borzaga e da suggestive immagini in bianco e nero, parte da accenni alla vita di due giovani che hanno respirato la fede in famiglia per poi affrontare il nodo cruciale che ha rappresentato per S. Teresa del Bambin Gesù e padre Mario il passo decisivo sulla via dell'imitazione di Gesù: dal senso di abbandono provato nella "notte interiore" – la malattia per la santa carmelitana, il senso di solitudine e isolamento sperimentato in Laos per il missionario trentino – all'abbandono fiducioso "nelle mani del divino Vasaio", come si legge nella prefazione di Giovanni Grosso.

"Sono storie che si richiamano, che entrano in risonanza", scrive Grosso a proposito delle vicende umane e spirituali di Teresa Martin e Mario Borzaga, diverse ma simili per la capacità di lasciar entrare Dio nella loro vita, maturando quella fiducia che trasforma la fede in relazione personale con il Signore e porta a sperimentare che, anche quando sei al buio e non vedi i contorni delle cose, c'è qualcuno che ti guida. "Essere piccoli non significa rinunciare ad agire – ha proseguito suor Chiara -, e padre Mario era talmente pieno di amore per Dio da desiderare di poter rispondere con tutto se stesso. I martiri infatti sono coloro che hanno ascoltato il richiamo di Gesù e l'urlo sofferente dei fratelli più poveri e sono corsi in prima linea anche se ciò significava giocarsi la vita intera". Dunque l'abbandono è vivere la libertà dentro una situazione che la toglie e fa sentire impotenti, inutili, soli, e per padre Mario culmina nel martirio che è vittoria dell'abbandono di sé, dei propri sogni e aspirazioni, per amore verso Dio, affidandosi alla sua volontà.

"Quest'anno non siamo riusciti a contattare padre Tito – ha poi detto Lucia Borzaga aggiornando i presenti in sala -, e l'unica lettera ricevuta è quella del direttore del seminario che ringrazia per quanto inviato l'anno scorso al villaggio di Kiuchatiam dai nostri bambini che proseguono nella condivisione e hanno mandato matite, quaderni, palloni per ogni classe della nuova scuola, frequentata da 800 scolari. Lo scorso anno papa Francesco ha firmato il decreto che riconosce il martirio di padre Mario e Thoj Xyooj Paolo, il suo catechista, e siamo in attesa di sapere quando sarà possibile celebrare la cerimonia di beatificazione per ricordarli". All'incontro è poi seguita la concelebrazione dei sacerdoti "Amici" nella chiesa di S. Antonio.

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