Il topografo Stefano Girardi

Nelle uscite sul territorio rileva la posizione degli oggetti e la loro configurazione: le misurazioni serviranno poi a chi disegna le carte geografiche. Il suo lavoro precede quello del cartografo: è il mestiere del topografo, raccontato da Stefano Girardi, intervistato dai ragazzi della classe 5 A delle scuole elementari di Mattarello.Da quanti anni fa questo lavoro?

Lavoro all’ufficio Geodetico e cartografico del Servizio Catasto della Provincia di Trento dal 2004. Prima però ho lavorato per altri uffici del Servizio Catasto, mentre dal 1988 al 1994 ho lavorato in uno studio di topografia e cartografia. Oltre ai topografi che fanno questo lavoro da dipendenti pubblici, ci sono anche molti studi tecnici privati, e ci si può specializzare in diversi ambiti.

Come si svolge il suo lavoro?

La parte centrale avviene all’esterno, sul territorio, dove si fanno le rilevazioni. C’è anche una parte in ufficio: prima, per programmare il lavoro, e dopo, per restituire i dati rilevati all’esterno.

Dove vengono fatte le misurazioni?

Tutta la Provincia è territorio di nostra competenza, dalla montagna alla città: ci ritroviamo a prendere le misure in piazza del Duomo come in cima alla Marmolada. Visto che il nostro territorio è perlopiù montuoso, gran parte del nostro lavoro si svolge in montagna. Negli ultimi tempi siamo impegnati nella verifica dei confini provinciali; per esempio quest’autunno abbiamo lavorato alla definizione dei confini con la provincia di Brescia. Per arrivare in alcune zone abbiamo dovuto servirci di un elicottero, messo a disposizione dai Vigili del Fuoco della Provincia. Abbiamo lavorato ad alta quota, anche sui ghiacciai: anche questo fa parte del mestiere del topografo e dobbiamo saperci attrezzare.

Quali sono gli strumenti principali del suo lavoro?

Anche nel nostro campo la tecnologia avanza e utilizziamo degli strumenti molto moderni, ad altissima precisione: principalmente un gps ad alta precisione e una stazione totale, che è uno strumento attraverso il quale si misurano distanze e angoli. Rimaniamo comunque fedeli anche agli strumenti “storici”, ancora utilissimi: la cordella metrica, il metro…

Il topografo è un lavoratore solitario o si lavora in gruppo?

La tecnologia cerca proprio di far sì che il topografo possa lavorare da solo, ma siamo ancora molto lontani da questo: soprattutto in situazioni difficili, è importante essere in squadra. Di solito lavoriamo in gruppi di due o tre persone, che viaggiano su un mezzo; a volte si lavora in tre o quattro squadre in contemporanea sullo stesso tipo di lavoro.

Che difficoltà incontrate nel vostro lavoro?

Sono soprattutto legate alla sicurezza, quando lavoriamo all’esterno: quando facciamo misurazioni sulle strade dobbiamo gestire e proteggerci dal traffico, e non è sempre facile; in montagna, invece, bisogna avere un po’ di pratica e fare attenzione soprattutto quando, per completare la misurazione, dobbiamo uscire dal sentieri. Slogature e sbucciature sono all’ordine del giorno, ma sono piccoli imprevisti che mettiamo in conto.

Com’è la sua giornata tipo?

Quando usciamo per le misurazioni, la prima cosa da fare è verificare il mezzo e controllare che ci sia tutta l’attrezzatura necessaria: sarebbe spiacevole accorgersi, dopo un lungo viaggio in macchina, di avere dimenticato uno strumento fondamentale per la misurazione! Quando si arriva sul posto si scelgono le strategie migliori per eseguire il lavoro; a seconda del posto pranziamo al ristorante o ci portiamo i panini, e completiamo la rilevazione in serata.

Poi come si svolge la cartografia?

Quando siamo all’esterno non facciamo altro che rilevare dei punti: collegando questi punti uno all’altro, riusciamo a misurare la posizione reale degli oggetti, che prendono forma e vanno a rappresentare il territorio. Proprio come il gioco della Settimana Enigmistica in cui bisogna unire i puntini per formare la figura…

Quando è nata l’idea di fare questo lavoro?

Quando andavo alle medie sentivo il mio fratello maggiore che faceva i geometri e affrontava questa materia della topografia: questo mi ha incuriosito e un po’ ispirato. Sognavo anche di fare il calciatore a quel tempo, e la rock star, alla fine però ho fatto anch’io i geometri e quando ho conosciuto effettivamente la materia ho pensato che poteva essere il mio lavoro da grande.

È soddisfatto della sua scelta?

Sì, credo sia proprio il lavoro per me. Mi sono preparato negli anni per farlo, e mi dà soddisfazione. Posso dire che è diventato una passione.

Ha contato anche la passione per la montagna nella scelta di questo lavoro?

In parte sì; come penso la maggior parte dei trentini, il sabato e la domenica mi piace vivere la montagna, sugli sci, con le ciaspole o a camminare. Questa è una passione chi mi aiuta nel lavoro. È chiaro che entrare in un bosco per un’attività lavorativa non è come fare la gita domenicale: come un fungaiolo che va per funghi si concentra sul fungo, e non sul panorama, per noi è un po’ lo stesso. Certo è un privilegio lavorare nella natura, ad esempio a volte vediamo passare un bell’esemplare di camoscio o un capriolo: la montagna ci riserva sempre delle belle sorprese.

Intervista a cura della classe 5a A delle scuole elementari di Mattarello


La scheda:

Nome: Stefano

Cognome: Girardi

Attività: topografo

Segni Particolari: dal 2004 lavora per l’Ufficio Geodetico-cartografico del Servizio Catasto della Provincia Autonoma di Trento

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