E’ tempo di riscoprire la gioia del Vangelo

Siamo ormai oltre la metà del tempo quaresimale, e in questa quarta settimana il tema dominante é la gioia, infatti la quarta domenica della Quaresima é detta anche “ Laetare” dalla prima parola della antifona che ci introduce alla celebrazione del giorno del Signore da parte della comunità.

Questo tema può sembrare fuori posto, una nota stonata in un contesto locale e mondiale dove tutto ci parla di tristezza, di dolore, di morte, di prova e le persone del nostro tempo sembra non trovino risposte ai loro perchè più profondi, più umani, più veri. In questo scenario cupo e di  desolazione dove anche la speranza, ultima dea a morire viene meno, sorge in questo nostro tempo, suscitata dallo Spirito la figura di una persona, che di nome e di fatto diviene riferimento e segno profetico per l’intera umanità, Papa Francesco, che, ancora una volta sconvolgendo i piani umani calcolisti, con la sua spontaneità, e umanità ripropone alle persone del nostro tempo il Vangelo come mezzo per riincontrare e riscoprire Gesù, ridando senso e sapore alla vita.

Forte di una esperienza pastorale in mezzo al suo popolo, uomo di preghiera, di ascolto, il nuovo  vescovo di Roma, venuto dal sud, dalle periferie del mondo, sin dal primo momento rompe i rigidi schemi e vuoti rituali della Curia Romana e chiede al popolo la sua benedizione e preghiera costante, una richiesta che si ripete ad ogni incontro con la gente, con le persone con cui ama stare e condividere il cammino della vita. Naturalmente i suoi modi di fare, i suoi gesti, le sue attenzioni ai più poveri, ai più deboli, a coloro che egli definisce gli scarti della società, non sono semplici azioni populiste con cui attirare l’attenzione della midia o la benevolenza delle moltitudini, come spesso accade per i lider politici o le figure midiatiche costruite e studiate a tavolino.

George Mario Bergoglio, anziano pastore argentino, primo vescovo di Roma latinoamericano, capisce fin dall’inizio che vi sono grandi urgenze, gravi questioni che devono essere affrontate, sia dentro che fuori dell’ambito ecclesiale,  come quella della famiglia, dell’ecologia, delle migrazioni, dei conflitti etnici, delle guerre,  la cui causa è soprattutto un sistema economico divenuto centro e unico punto di riferimento della vita umana.

La grave crisi economica, ma soprattutto politica e umana, gli fa capire da subito che è fondamentale, per dare risposte efficaci stabilire ponti umani, riprendere e riscrivere la storia della comunità cristiana a partire dal concilio, e soprattutto che il metodo per farlo è la collegialità e la sinodalità nel senso più vero e concreto. Gesti concreti e immediati sono la costituzione del consiglio degli otto, oggi nove cardinali per aiutarlo nel governo della Chiesa, in rappresentanza delle varie realtà umane e geografiche, la convocazione del sinodo della famiglia, uno straordinario, quasi a voler cogliere la voce della piazza, la realtà della vita quotidiana, i suoi perchè, le ansie, le sfide, e uno ordinario, per insieme discutere, dibattere e giungere a formulare linee guida da proporre alla famiglia del nostro tempo.

Giunge poi la prima enciclica  Lumen Fidei, quasi a voler valorizzare e recuperare un tesoro proposto dalla saggia e lucida teologia di Papa Benedetto XVI, “ Consapevoli dell’orizzonte grande che la fede apriva loro, i cristiani chiamarono Cristo il vero sole, « i cui raggi donano la vita ».  Chi crede, vede; vede con una luce che illumina tutto il percorso della strada, perché viene a noi da Cristo risorto, stella mattutina che non tramonta. Per poi esortarci a vivere il Vangelo come un vero messaggio di gioia e speranza, e cardine fondamentale del suo ministero petrino.

Infine, la grande e magistrale opera sull’ ecologia,  integrale  indicando con lucidità la necessità di avere cura della “Casa Comune”: Questa sorella protesta per il male che le provochiamo, a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei. Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla. Dimentichiamo che noi stessi siamo terra (cfr Gen 2,7). Il nostro stesso corpo è costituito dagli elementi del pianeta, la sua aria è quella che ci dà il respiro e la sua acqua ci vivifica e ristora.(LS.2). E perchè non rileggere in questa luce le opere di misericordia spirituali!

Padre Gianfranco Graziola,

Vice Coordinatore Nazionale della Pastorale Carceraria – Brasile

 

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