Giù i muri, spazio ai corridoi

E' atterrato martedì 3 maggio alle 7 in punto all'aeroporto di Fiumicino l'aereo che ha portato in Italia un secondo gruppo di profughi siriani (nella foto), grazie ai corridoi umanitari, il progetto attivato dalla Comunità di Sant'Egidio, la Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia e la Tavola Valdese, in collaborazione con i ministeri dell'Interno e degli Esteri. Come i primi giunti in Italia alla fine di febbraio – tra di loro, anche alcune famiglie attualmente ospitate a Trento – hanno attraversato il Mediterraneo in tutta sicurezza.

Lo stesso giorno per illustrare l’esperienza, anche trentina, dei corridoi umanitari e manifestare la preoccupazione sulla possibile ripresa dei controlli al confine con il Brennero il consigliere provinciale Mattia Civico ha avuto una serie di incontri istituzionali a Bruxelles.

“Con il presidente dei socialisti e democratici europei Gianni Pittella abbiamo condiviso la necessità di dare un segnale comune tra istituzioni europee e territori dell’Euregio che vada nella direzione di rafforzare la solidarietà tra stati e territori e verso nuovi modelli di accoglienza a chi fugge dai conflitti”, spiega Civico, che a Pittella ha espresso anche la richiesta dei rappresentanti dei profughi siriani in Libano di poter avere ascolto e parola a Ginevra, dove avvengono le trattative di pace. Civico ha incontrato anche l’eurodeputato austriaco Josef Weidenholzer (“Abbiamo condiviso la necessità di lavorare in Siria nella direzione di creare zone umanitarie sotto la protezione internazionale, sul modelle delle Comunità di Pace colombiane”) e la parlamentare europea Cécile Kyenge, che, ascoltando l’esperienza trentina di accoglienza di un gruppo di famiglie siriane, si è detta d’accordo “per lavorare nella prospettiva di adottare sistematicamente i corridoi umanitari”.

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